Aumento della domanda globale di petrolio nel 2024: il ruolo cruciale dei paesi non OCSE

Nel 2024, si assiste a un aumento significativo nella domanda mondiale di petrolio, con quasi 1 milione di barili al giorno in più rispetto all’anno precedente. Questa ripresa è comunque inferiore rispetto ai tassi di crescita del passato, in gran parte a causa del rallentamento dell’economia cinese, che sta influenzando il mercato globale. La situazione si complica, ma ci sono anche segnali di resilienza, in particolare da parte di nazioni non appartenenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico , come l’India.

La crescita della domanda di petrolio: focus sull’India e altre economie

Secondo l’Unem, associazione delle imprese dei carburanti, il Preconsuntivo petrolifero del 2024 evidenzia come la crescita della richiesta di petrolio sia stata principalmente alimentata dai paesi non OCSE. L’India, in particolare, ha ricoperto un ruolo fondamentale, contribuendo significativamente all’incremento della domanda globale. Mentre le economie sviluppate sembrano rallentare, le nazioni emergenti stanno mostrando una propensione alla crescita, spesso trainata da una crescente industrializzazione e urbanizzazione.

L’India si sta posizionando come un attore chiave nel mercato energetico globale, approfittando dell’aumento della domanda interna. Le sue politiche energetiche, oltre a mirare all’auto-sufficienza, stanno favorendo anche investimenti stranieri nel settore energetico, contribuendo a una crescita sostenibile della domanda di petrolio. Questa dinamica permette all’India di compensare il calo della domanda proveniente da altre parti del mondo.

Stabilità dell’offerta di petrolio e ruolo degli Stati Uniti

Nel contesto di una crescente domanda, l’offerta di petrolio si è mantenuta relativamente stabile. Gli Stati Uniti continuano a ricoprire il ruolo di primo produttore di petrolio al mondo, con una produzione in grado di soddisfare la maggior parte delle richieste. Questa stabilità nell’offerta ha contribuito a mantenere i prezzi del greggio in una fascia compresa tra 70 e 80 dollari al barile, nonostante le tensioni geopolitiche che caratterizzano il panorama internazionale.

La capacità degli Stati Uniti di regolare la produzione e di esportare i propri surplus ha dato un certo equilibrio al mercato. Mentre il mondo continua a navigare in un contesto incerto, la produzione statunitense rappresenta un punto di riferimento che può influenzare le politiche energetiche di altri paesi.

Investimenti crescenti nel settore oil & gas e nelle energie rinnovabili

Oltre all’aumento della domanda e alla stabilità dell’offerta, si osserva anche un incremento degli investimenti sia nel settore oil & gas che nelle energie rinnovabili. Questa dualità riflette una tendenza globale, dove le aziende stanno cercando di diversificare le loro fonti di energia per rispondere alla crescente domanda di sostenibilità.

Il report dell’Unem mette in luce come le aziende del settore energetico stiano investendo in nuove tecnologie, che possono migliorare l’efficienza nella produzione di idrocarburi e, al contempo, accrescere gli investimenti in fonti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico. Questo approccio non solo mira a garantire il soddisfacimento della domanda crescente, ma anche a prepararsi per un futuro energetico che potrebbe vedere una diminuzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Il crescente interesse verso le rinnovabili si integra perfettamente con le strategie dei paesi per ridurre le emissioni di carbonio e affrontare i cambiamenti climatici. Molte nazioni stanno spingendo per una transizione energetica, e il settore oil & gas sta cercando di non rimanere indietro, investendo in una gamma più ampia di soluzioni energetiche.

Entro la fine dell’anno, il panorama globale del mercato energetico continuerà a evolversi, con attori chiave che monitorano attentamente le dinamiche tra domanda, offerta e investimenti.