Le esportazioni del settore agroalimentare italiano hanno registrato una notevole crescita dell’8,2% nel secondo trimestre del 2024, superando i 16,8 miliardi di euro. Questi risultati, estratti dal bollettino CreaAgritrend del Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia, offrono uno spaccato dettagliato dell’andamento economico nel periodo che va da aprile a giugno. Nonostante il positivo risultato delle esportazioni, al contempo si osservano tendenze diverse all’interno del mercato interno e nella produzione agricola, che meritano attenzione e approfondimento per comprendere meglio il contesto economico attuale.
Trend delle esportazioni e importazioni agroalimentari
L’analisi delle esportazioni nel settore agroalimentare ha messo in evidenza un incremento significativo nell’intero comparto. In particolare, una spinta alle vendite all’estero è stata riscontrata verso mercati chiave come gli Stati Uniti, con un aumento del 16,3%, e la Polonia, dove le esportazioni sono salite del 21,2%. Questi dati illustrano l’efficacia delle strategie di esportazione italiane, che continuano a conquistare fette di mercato a livello globale. Inoltre, i prodotti che hanno maggiormente contribuito a questo successo includono i derivati dei cereali e il vino, che hanno visto incrementi nelle vendite sia in valore che in quantità .
Anche le importazioni mostrano un trend di crescita, con un aumento dell’4,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo un valore totale di 17,1 miliardi di euro. Le origini delle importazioni si concentrano su paesi come Spagna, Germania e Ungheria, con aumenti significativi. Tuttavia, va notato che alcune nazioni, come il Brasile e la Grecia, hanno evidenziato un calo nelle esportazioni verso l’Italia, mostrando una variazione nelle dinamiche di mercato.
Andamento della produzione e impatto sul PIL
Se da un lato le esportazioni mostrano segni di vitalità , dall’altro il panorama interno presenta sfide. Il Prodotto Interno Lordo ha visto una lieve crescita, con un aumento congiunturale dello 0,2% e tendenziale dello 0,9%. Tuttavia, il valore aggiunto in agricoltura ha conosciuto una diminuzione del 1,7% rispetto ai tre mesi precedenti, accompagnato da un calo dello 0,2% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Questo divario fa emergere l’esigenza di strategie di sostegno al settore agricolo, che deve affrontare sfide legate alla produzione e all’andamento dei prezzi.
Il valore dell’indice della produzione ha segnato un incremento del 2,8% per l’industria alimentare, raggiungendo picchi a giugno. Tuttavia, l’industria delle bevande ha subito un rallentamento, con una flessione del 2,3%. Le vendite interne per l’industria alimentare si sono ridotte del 3%, indicando che, nonostante il successo all’estero, ci sono difficoltà nel mercato domestico.
Fiducia dei consumatori e spese familiari
Il clima di fiducia dei consumatori ha mostrato una flessione del 2,5% rispetto al trimestre precedente, nonostante il fatto che il 69,6% dei giudizi espressi rimanesse positivo o molto positivo. I segnali della fiducia economica indicano quindi un certo nervosismo nel confronto con l’incertezza economica globale e le fluttuazioni dei mercati. I giudizi negativi e molto negativi sono aumentati del 2,6%, mentre la quota di opinioni neutrali rimane stabile al 2%. Questo rallentamento della fiducia potrebbe influenzare le spese delle famiglie, in particolare per quanto riguarda beni durevoli, che hanno comunque mostrato una lieve crescita dell’0,5%.
In sintesi, il settore agroalimentare italiano sta affrontando una fase di crescita nelle esportazioni, evidenziando opportunità e vantaggi competitivi, ma deve anche fronteggiare sfide interne significative e un clima di fiducia dei consumatori in evoluzione, segnando un momento cruciale per la sua evoluzione futura.