Aumento comportamenti a rischio di dipendenza tecnologica nell’infanzia: allarme di Save the Children

L’uso di internet e smartphone tra i bambini italiani

In Italia, sempre più bambini utilizzano internet e smartphone quotidianamente. Secondo l’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, pubblicato da Save the Children in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, il 78,3% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni, principalmente attraverso lo smartphone. Inoltre, si è registrato un aumento significativo dei bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare quotidianamente, passando dal 18,4% al 30,2% tra il 2018-2019 e il 2021-2022.

L’uso problematico dei social media e dei videogiochi

L’Atlante evidenzia che il 13,5% dei ragazzi italiani di 11, 13 e 15 anni mostra un uso problematico dei social media, soprattutto le ragazze. L’età critica per questo fenomeno è quella dei 13 anni, con molti giovani che utilizzano i social media come mezzo per sfuggire a sentimenti negativi. Per quanto riguarda i videogiochi, il 24% dei giovani di 11, 13 e 15 anni ne fa un uso problematico, con una maggiore esposizione dei ragazzi e un’età di inizio che si abbassa a 11 anni.

Il divario nelle competenze digitali e nella connettività

Nonostante l’ampio utilizzo di internet e smartphone, l’Italia si posiziona quart’ultima nella mappa europea sulle competenze digitali dei giovani tra i 16 e i 19 anni. Il 42% dei giovani italiani ha scarse o nessuna competenza digitale, rispetto alla media europea del 31%. Inoltre, solo poco più di 1 giovane italiano su 4 ha acquisito elevate competenze digitali, a differenza del 50% dei giovani francesi e del 47% degli spagnoli.

La transizione digitale nella scuola italiana sta accelerando, ma ci sono ancora ampi divari. Circa il 30% delle scuole non ha accesso alla banda ultra larga, con percentuali ancora più alte nelle aree interne. Inoltre, ci sono forti disuguaglianze nella dotazione di strumenti per la didattica innovativa e nella formazione dei docenti per ridurre la povertà educativa digitale.

In conclusione, l’Italia si trova ancora indietro nella transizione digitale, con ritardi e carenze che ostacolano la protezione dei giovani di fronte alle opportunità e ai rischi della rivoluzione digitale. La connettività è migliorata, ma ci sono ancora molte famiglie che non hanno accesso alla banda ultra larga. È necessario un impegno maggiore per colmare questi divari e garantire un uso sicuro e consapevole della tecnologia da parte dei giovani italiani.

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