Attualmente, 391 richiedenti asilo che hanno manifestato la volontà di chiedere protezione internazionale a Trieste si trovano in una condizione di totale abbandono e privi di accoglienza. Questa denuncia è stata fatta oggi da diverse associazioni, tra cui Ics, comunità di San Martino al Campo, Donk, International rescue committee, Diaconia valdese e Linea d’ombra.
Le associazioni hanno sottolineato che molti di questi richiedenti asilo sopravvivono in condizioni estreme nel silos, una struttura fatiscente situata nei pressi della stazione ferroviaria, dove attualmente trovano rifugio circa 220 persone.
Secondo i dati diffusi oggi, dal gennaio 2023 al 30 settembre sono state assistite a Trieste 12.190 persone, con una media di 45 al giorno. La maggior parte di loro sono adulti (76%) provenienti dall’Afghanistan (72%). Tra di loro ci sono 8.627 uomini, 2.316 minori non accompagnati (il 95% proveniente dall’Afghanistan e il 93% in transito verso altri Paesi europei), 202 nuclei familiari e 135 donne sole o con figli.
Le associazioni hanno spiegato che il sistema di accoglienza di bassa soglia è sottodimensionato rispetto alle necessità. Durante lo scorso inverno, le richieste di posto letto per accedere ai dormitori di bassa soglia erano superiori ai posti disponibili (circa 45 al giorno) e durante l’emergenza freddo l’82% dei posti era occupato da richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità. Attualmente, i posti disponibili sono solo 8.
Le associazioni chiedono di aumentare i posti disponibili garantendone almeno 100 al giorno e di sistemare i trasferimenti dei richiedenti asilo in altre località, con un pullman in partenza ogni settimana. Secondo i dati delle associazioni, i trasferimenti sono diminuiti tra luglio e agosto, ma sono aumentati a settembre e nuovamente diminuiti a ottobre. La situazione richiede quindi un intervento urgente per garantire una migliore accoglienza e assistenza ai richiedenti asilo a Trieste.