Assalto alla sede di Pro Vita e Famiglia a Roma: Indagini in corso sulla bottiglia con polvere pirica
La sede di Pro Vita e Famiglia a Roma è stata presa di mira da un attacco questa mattina. Durante un sopralluogo della polizia dopo il blitz di ieri da parte delle frange più estremiste del corteo contro la violenza sulle donne, è stata trovata una bottiglia contenente polvere pirica negli uffici di viale Manzoni. La Digos sta attualmente indagando sull’incidente.
La polizia scientifica e gli artificieri sono intervenuti sul posto questa mattina per mettere in sicurezza l’ordigno e sequestrarlo. Sono state scoperte diverse scritte sulla sede di viale Manzoni, tra cui “Aborto libero Acab”, “Morite scegliamo aborto libero” e “Bruciamo i pro vita”. Queste scritte sono state fatte durante il blitz di ieri.
Secondo la ricostruzione della polizia, circa duecento manifestanti si sono separati dal corteo principale ieri, quando la testa del corteo era già arrivata a piazza San Giovanni. Alcuni di loro avevano il volto coperto. Hanno cercato ripetutamente di superare il blocco delle forze dell’ordine che proteggeva la sede di Pro Vita, cercando di provocare uno scontro. Hanno rimosso le transenne e hanno lanciato fumogeni e bottiglie di vetro contro l’edificio e le forze dell’ordine. Sono stati respinti dagli agenti in tenuta anti sommossa. Nonostante ciò, i manifestanti non hanno desistito e hanno continuato a fare pressioni finché, grazie all’intervento della polizia, si sono allontanati.
Jacopo Coghe di Pro Vita e Famiglia ha rivelato il ritrovamento dell’ordigno: “Oggi, mentre andavamo alla nostra sede di @ProVitaFamiglia dopo gli attacchi violenti e criminali dei transfemministi durante la manifestazione contro la violenza sulle donne di #nonunadimeno, abbiamo trovato un piccolo ordigno esplosivo nei nostri uffici, fortunatamente non funzionante. Siamo sconvolti da questo atto terroristico che cerca di intimidirci”. Coghe ha poi aggiunto: “Chiediamo al sindaco Roberto Gualtieri e alla segretaria del Pd Elly Schlein, che hanno partecipato alla manifestazione contro la violenza sulle donne, di prendere le distanze e condannare questi atti violenti e criminali. Li invitiamo a venire a trovarci e a vedere con i loro occhi la furia ideologica che, nonostante la presenza della polizia, ha causato danni significativi e avrebbe potuto mettere in pericolo i nostri collaboratori presenti all’interno. Non condannare questo gesto sarebbe essere complici e avallare i gesti di questi criminali”.