Nell’appello dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, si riflette sulle azioni che don Pino Puglisi intraprenderebbe se fosse ancora vivo. Lorefice ipotizza che Puglisi sarebbe sul molo di Lampedusa, non rimarrebbe a guardare impotente mentre persone annegano a pochi metri dall’approdo. Il messaggio principale dell’arcivescovo è che non c’è alcuna invasione o emergenza migranti in Italia, ma solo migliaia di persone che scappano da guerre, cambiamenti climatici e sfruttamento economico occidentale in cerca di accoglienza, solidarietà e lavoro in Europa.
Monsignor Lorefice critica le politiche adottate finora, affermando che invece di accogliere gli immigrati, l’Italia ha scelto di respingerli o permettere loro di morire in mare. Critica anche la mancanza di programmazione e politiche di integrazione e accoglienza. Lorefice sottolinea inoltre che, nonostante il suo martirio trent’anni fa, la mafia e la malavita continuano ad avere il controllo a Palermo e in Sicilia.
L’appello dell’arcivescovo è un richiamo alla responsabilità e all’umanità. Invita a riflettere sulle conseguenze delle scelte politiche adottate finora e sul dovere di dare voce agli innocenti. In questo caso, la voce degli innocenti sono le migliaia di migranti che cercano rifugio in Europa. Concludendo, l’arcivescovo chiede che si ponga fine alla mancanza di accoglienza e solidarietà, e si adottino politiche di integrazione che rispettino i valori umani fondamentali. Solo allora, secondo Lorefice, si potrà onorare davvero la memoria di don Pino Puglisi e combattere il potere della mafia che ancora minaccia la regione.