La copertura vaccinale antinfluenzale negli anziani è in calo, passando dal 65,3% nella stagione 2020-21 al 56,7% nella stagione 2022-23. Questo rappresenta una diminuzione di circa 9 punti percentuali in soli tre anni, con una distanza di circa 20 punti percentuali dall’obiettivo minimo del 75% stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Lo Stato e le Regioni hanno approvato il “Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) 2023-2025” e il “Calendario nazionale vaccinale” il 2 agosto 2023. Tuttavia, secondo Tonino Aceti, presidente di Salutequità, il Piano sembra essere inefficace nel portare un cambiamento concreto. Aceti sottolinea che molte delle azioni previste nel Piano sono formulate in modo condizionale, senza disposizioni prescrittive e immediate per tutti. Ad esempio, il Piano suggerisce che sarebbe utile che la rete specialistica promuova attivamente le vaccinazioni, anziché garantirle in modo concreto.
Aceti evidenzia alcune debolezze del Piano nazionale di prevenzione vaccinale. Ad esempio, l’indicazione sulla comunicazione in ambito vaccinale per costruire la fiducia della popolazione è formulata in modo debole, con azioni che dovrebbero essere intraprese, anziché dover essere obbligatorie. Inoltre, il Piano non prevede un aumento delle risorse per garantire la copertura vaccinale a tutti i soggetti a rischio, ma introduce un monitoraggio della spesa per valutare la possibilità di reperire ulteriori risorse in caso di maggiori costi.
Il Piano prevede un calendario vaccinale aggiornabile, ma ci sono due sfide principali per la sua attuazione. La prima riguarda l’incertezza delle risorse per finanziare correttamente il Piano. La seconda riguarda la lentezza con cui il Servizio sanitario nazionale (Ssn) aggiorna i suoi Livelli essenziali di assistenza (Lea), che potrebbe impedire l’inclusione delle vaccinazioni previste nel calendario nei Lea stessi.
Il Piano sottolinea l’importanza di definire standard organizzativi e di personale per i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali (Asl) al fine di garantire un’offerta vaccinale sostenibile, equa e omogenea. Tuttavia, non ci sono ancora progressi significativi in questo ambito. Inoltre, non è stato comunicato alcun avanzamento riguardo all’autonomia professionale degli infermieri nell’ambito vaccinale.
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