Il tema dell’ansia e del disagio psicologico è attualmente al centro del dibattito pubblico, in particolare per le giovani generazioni, che si trovano a fare i conti con un futuro incerto e minacce globali come la guerra e il cambiamento climatico. In occasione dello spettacolo “Pinocchio: una favola alla rovescia“, organizzato dalla Compagnia stabile del Teatro Patologico, Ketty Vaccaro, direttore area welfare e salute del Censis, ha sottolineato come la pandemia abbia contribuito ad accentuare questa precarietà esistenziale, un fenomeno che le generazioni passate non hanno mai affrontato con la stessa intensità.
La pandemia ha indubbiamente avuto un impatto profondamente destabilizzante, creando un senso costante di ansia e preoccupazione. “Siamo tutti un po’ sommersi dai temi dell’ansia e del disagio”, ha dichiarato Vaccaro, evidenziando come questo stato d’animo sia particolarmente accentuato tra i giovani. Questo gruppo demografico, infatti, vive un contesto sociale molto diverso rispetto alle generazioni precedenti. Mentre i giovani di oggi si interrogano sul loro futuro, si trovano spesso a dover affrontare una realtà caratterizzata da un’assenza di certezze. Il sogno di migliorare la propria condizione sociale, un pensiero consolidato nelle generazioni passate, sembra ora un’illusione.
Il mondo contemporaneo è pervaso da elementi di minaccia e insicurezza, come la guerra e i cambiamenti climatici, che pesano ulteriormente sul già fragile stato d’animo giovanile. “La precarietà esistenziale ha colpito in modo particolare i ragazzi, ai quali abbiamo di fatto imposto un onere non indifferente”, prosegue Vaccaro. È quindi necessario che la società riconosca e affronti queste angosce per supportare i giovani in un momento così critico della loro vita.
Vaccaro evidenzia anche un cambiamento significativo nel modo in cui le famiglie si relazionano con i giovani. “C’è uno scambio di beni materiali, ma corrisponde a una disattenzione sostanziale”, ha affermato. Questa osservazione mette in luce una dinamica complessa tra genitori e figli. Le famiglie, sebbene apparentemente attentive ai bisogni dei ragazzi, tendono a ignorare le loro emozioni e le loro vulnerabilità. In questo contesto, i genitori sembrano immergersi in una “socialità apparente“, compromettendo la reale interazione e comunicazione con i propri figli.
Il paradosso è evidente: pur fornendo supporto materiale, le famiglie spesso trascurano il sostegno emotivo, necessario per navigare in un ambiente sociale sempre più complesso e stimolante. “In un mondo dominato dai social media, il valore personale è misurato in ‘like’ e approvazioni esterne”, spiega Vaccaro. Questa realtà può portare a una crisi d’identità, con conseguenze dirette sulla salute mentale dei giovani, esponendoli a una competizione incessante e a pressioni sociali alienanti.
In questo clima di difficoltà, è fondamentale sviluppare un senso di comunità che vada oltre il mondo virtuale. Gli eventi come quello organizzato al Teatro Parioli, che promuovono il dialogo attorno a temi cruciali come la salute e l’inclusione sociale, sono essenziali. L’iniziativa è stata così supportata non solo dal Censis, ma anche da enti istituzionali e aziende, segno di un crescente interesse per il benessere psicologico delle nuove generazioni.
Vaccaro conclude sottolineando la necessità di costruire un ambiente dove i giovani possano sentirsi sicuri e supportati, affinché possano liberamente esplorare la propria identità senza il peso di pressioni esterne. “Dobbiamo confrontarci con un modello difficile da raggiungere”, ha avvertito, ponendo l’accento sull’importanza di un approccio inclusivo e consapevole che miri a mitigare l’incertezza e l’ansia che caratterizzano la condizione giovanile attuale.