Angelo Pagotto: dalla squalifica alla seconda chance nel calcio giovanile

Angelo Pagotto, ex portiere segnato da squalifiche e dipendenze, trova nuova vita come allenatore dei portieri del Prato, riscoprendo passione e resilienza dopo anni di sfide personali.
Angelo Pagotto: dalla squalifica alla seconda chance nel calcio giovanile - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

Angelo Pagotto, ex portiere con una carriera segnata da controversie e cadute, sta vivendo una nuova fase della sua vita a 51 anni, dopo anni di sfide personali e professionali. La sua storia è un racconto di resilienza, che oggi lo vede come allenatore dei portieri delle giovanili del Prato. Scopriremo come la sua carriera sportiva è stata influenzata da decisioni sbagliate che gli hanno fatto perdere tutto, ma anche come ha trovato il coraggio per ricominciare.

Un passato turbolento: squalifiche e lutti nel mondo del calcio

Angelo Pagotto ha iniziato la sua carriera da promettente portiere, ma nel 2000 subì una squalifica di due anni per uso di cocaina. Questo primo stop rappresentò un campanello d’allarme che non svelò, portandolo a una nuova ricaduta. Nel 2007, fu condannato a otto anni di sospensione, che lo allontanarono definitivamente dai campi da gioco, segnando un punto di non ritorno nella sua vita professionale. Durante quel lungo periodo di assenza, Pagotto si trovò a dover affrontare non solo la perdita di un lavoro e di una passione, ma anche una crisi esistenziale che avrebbe potuto segnare la fine della sua storia.

La sua discesa nei meandri della dipendenza si era aggravata nei momenti bui, quando la mancanza di stimoli lavorativi si unì a una vita personale instabile. Le sue credenziali nel calcio non gli erano servite a mettere in piedi una vita solida e fruttifera. Senza obiettivi e supporto, si ritrovò circondato da persone sbagliate, cadendo in una spirale di evasione attraverso l’uso di droghe. Pagotto ha sempre affermato che, in quel periodo, la cocaina rappresentava una sorta di fuga dalla realtà, un modo per allontanare le preoccupazioni.

La risalita: dal cuoco al preparatore dei portieri

Dopo la definitiva rottura con il mondo del calcio, Pagotto si trasferì in Germania dove lavorò come pizzaiolo e cuoco. Un cambiamento radicale, ma che lo portò a scoprire una nuova passione: la cucina. Nonostante le difficoltà e la barriera linguistica, sentiva il dovere di tornare a casa per il bene di sua figlia, Gaia. Questo periodo lontano dai campi fu fondamentale per la sua crescita personale. La famiglia ebbe un ruolo importante nel sostenerlo, specialmente sua sorella, che lo aiutò a trovare lavoro in un’azienda di abbigliamento al ritorno in Italia.

Con il tempo, la passione per il calcio non svanì. Pagotto si riavvicinò al gioco come preparatore per portieri. Cominciò a lavorare con piccole squadre, tra cui Lucchese e Avellino, e, infine, trovò la sua posizione attuale nel Prato. Sogna di tornare in Serie A e si impegna a formare una nuova generazione di talenti attraverso una scuola calcio. In giovanili, lavora per costruire un ambiente dove il merito conta più dei soldi. Pagotto ha chiara la strada da percorrere: senza sacrificio, non si ottiene nulla.

Riflessioni e rimpianti: una vita da recuperare

Guardando al passato, Pagotto riflette sulle scelte fatte e sugli errori che l’hanno condotto a perdere l’importanza e la ricchezza accumulate durante la carriera. Parla di come ha guadagnato notevoli somme di denaro – 350 milioni di lire – di cui oggi non ha idea di come siano stati spesi. Fino a pochi anni fa, era abituato a spese folli, tra cui cene lussuose e vestiti firmati. Era una vita spensierata, ma che lo portò a un rapido declino economico e personale.

Ma oltre i rimpianti, la sua avventura lo ha aiutato a trovare una nuova normalità. Qui, lontano dal caos delle città, trova pace nella meditazione, nella raccolta di funghi e castagne e nel gestire il proprio tempo. Ritrova in queste semplici attività un significato della vita che va oltre il successo materialistico e sportivo. Pagotto sembra finalmente in grado di controllare la sua vita, attraverso un sapiente equilibrio tra passione e responsabilità, facendo deodorare un viaggio che non si è mai fermato davvero.

Change privacy settings
×