Stop alla fornitura di munizioni di artiglieria all’esercito israeliano impegnato nella campagna militare a Gaza
Decine di associazioni civili e religiose americane, tra cui Amnesty, Oxfam e Center for Civilians in Conflict, hanno inviato una lettera al Pentagono chiedendo di interrompere la fornitura di munizioni di artiglieria all’esercito israeliano impegnato nella campagna militare a Gaza. Secondo le organizzazioni, questa decisione metterebbe a rischio la protezione dei civili e la credibilità dell’amministrazione Biden.
La lettera, indirizzata al segretario alla Difesa Lloyd Austin, esprime preoccupazione per il piano del Pentagono di fornire all’esercito israeliano munizioni da artiglieria da 155mm, conservate in un arsenale speciale di armi americane in Israele. Queste munizioni sono state utilizzate in passato per colpire scuole, quartieri, ospedali, rifugi e campi profughi, causando la morte e il ferimento di centinaia di civili.
Le organizzazioni umanitarie ricordano che il governo americano ha firmato una dichiarazione internazionale nel 2022 per limitare l’uso di armi esplosive in aree urbane. Inoltre, sottolineano che Israele ha utilizzato decine di migliaia di munizioni di artiglieria durante i conflitti passati con Hamas nel 2008-2009 e nel 2014.
Il sostegno militare incondizionato degli Stati Uniti ad Israele è stato criticato non solo dalle organizzazioni umanitarie, ma anche da un ampio movimento di protesta nei campus universitari. Inoltre, molti diplomatici e membri del partito democratico hanno sollevato dubbi e critiche sulla politica dell’amministrazione Biden, chiedendo una maggiore trasparenza riguardo all’assistenza militare fornita a Israele e la protezione dei civili.
Il Pentagono ha risposto alle critiche affermando di essere fiducioso nella propria capacità di gestire la necessità di sostenere contemporaneamente Israele, l’Ucraina e la strategia di difesa nazionale. Tuttavia, la richiesta di interrompere la fornitura di munizioni di artiglieria all’esercito israeliano rimane aperta e l’amministrazione Biden è chiamata a rispondere alle preoccupazioni sollevate dalle organizzazioni civili e religiose americane.