È stato finalmente riconosciuto ufficialmente come vittima dell’Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 Mario Maggi, un operaio edile di Castel San Niccolò (Arezzo) che perse la vita a 44 anni nel tragico evento. L’associazione Firenze Promuove, in accordo con il Comune di Castel San Niccolò, ha comunicato che il ministro degli Interni, tramite la prefettura, ha inserito il nome di Mario Maggi nell’elenco ufficiale delle vittime dell’alluvione.
Nonostante il suo nome fosse comparso sui giornali dell’epoca per settimane, Mario Maggi non era mai stato considerato ufficialmente una vittima dell’alluvione. La sua morte avvenne intorno all’una del 4 novembre, quando lui e un collega stavano viaggiando in un camion da Pratolino verso La Lastra. Una frana si staccò dalla montagna e trascinò il camion fuori strada, facendolo precipitare nel torrente Mugnone, che era già in piena a causa dell’esondazione dell’Arno.
Lina Maggi, figlia di Mario, ha espresso la sua gioia per il riconoscimento ufficiale del padre come vittima dell’alluvione. Ha dichiarato che il 4 novembre 1966 è stata una data che ha sconvolto la sua famiglia e che vorrebbe saperne di più sulla morte di suo padre. Mario Maggi lasciò la moglie e quattro figli, di cui uno disabile.
Il sindaco di Castel San Niccolò, Antonio Fani, ha scritto al sindaco di Firenze e al prefetto per sollecitare l’approvazione di una lapide da porre nel luogo in cui Mario Maggi perse la vita. Questo gesto simbolico servirà a ricordare la tragedia dell’alluvione e a onorare la memoria di tutte le vittime.
Il riconoscimento di Mario Maggi come prima vittima ufficiale dell’Alluvione di Firenze del 1966 è un passo importante per la giustizia e la memoria storica. È fondamentale che le vittime di eventi così drammatici vengano riconosciute e ricordate, affinché le tragedie del passato non vengano dimenticate e si possa imparare da esse per prevenire futuri disastri.
L’associazione Firenze Promuove e il Comune di Castel San Niccolò si impegnano a mantenere viva la memoria dell’alluvione e delle sue vittime, affinché la storia di Mario Maggi e di tutti coloro che hanno perso la vita in quell’evento possa essere tramandata alle future generazioni.