“Agonia di Serena: Ore di sofferenza che potevano essere evitate”

Volantini con il volto di Serena Mollicone affissi fuori dal tribunale nel giorno in cui e' prevista la sentenza dei giudici della corte d'assise di Cassino sull'omicidio di Serena Mollicone, Cassino, 15 luglio 2022. ANSA/ ANTONIO NARDELLI

La morte di Serena Mollicone: nuovi dettagli rivelati in aula

La morte di Serena Mollicone, avvenuta nel giugno del 2001, potrebbe essere stata evitata. Questa è la conclusione a cui è giunta Cristina Cattaneo, anatomopatologo e professore di Medicina Legale all’Università degli Studi di Milano, durante il processo di secondo grado per l’omicidio della ragazza di Arce, in provincia di Frosinone. Secondo Cattaneo, Serena è morta per asfissia dopo essere stata imbavagliata per quasi dieci ore.

Nel primo grado del processo, tenutosi nel luglio del 2022, le accuse contro i cinque imputati – il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, sua moglie Annamaria, il figlio Marco, il luogotenente Vincenzo Quatrale e l’appuntato Francesco Suprano – erano state cadute. Tuttavia, i giudici della Corte d’Assise di Appello di Roma hanno deciso di riaprire il caso, accogliendo la richiesta della Procura Generale di ascoltare 44 testimoni.

Durante l’udienza, è stato proiettato in aula un video del luogo del ritrovamento del cadavere di Serena, avvenuto nel boschetto di Fontecupa nel 2001. Le immagini mostrano il corpo della ragazza, parzialmente nascosto tra piante e rifiuti, con i piedi legati e la testa avvolta in una busta.

Secondo Cattaneo, Serena è deceduta tra le 13.30 e le 20 del primo giugno di 22 anni fa a causa di un trauma cranico senza sanguinamento. La consulente ha anche affermato che la forma del cranio della giovane è compatibile con il buco trovato nella porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce, suggerendo che la testa abbia impattato contro quella porta. La difesa, invece, sostiene che la lesione nella porta sia stata causata da un pugno scagliato da Franco Mottola in un altro momento.

Durante il processo, la difesa ha sollevato la questione dei calchi dei pugni di Franco e Marco Mottola, affermando che il calco del figlio non è più presente tra i reperti. Inoltre, sono stati richiesti ulteriori testimoni, tra cui il padre di Carmine Belli, un carrozziere imputato di omicidio assolto nel primo processo, e il barbiere di Marco Mottola, per confermare o smentire alcune informazioni riguardanti il giorno del delitto.

Tra gli elementi nuovi emersi durante il processo c’è un messaggio audio inviato dal barbiere di Marco alla cugina di Serena, contenente indicazioni sul colore e il taglio dei capelli del ragazzo fino al 1 giugno. Secondo la Procura generale, Marco avrebbe cambiato il taglio dei capelli prima del funerale di Serena per allontanare eventuali sospetti sul suo coinvolgimento nell’omicidio.

Il processo è ancora in corso e si spera che la verità sulla morte di Serena Mollicone possa finalmente emergere.