Giorgia Meloni ha affrontato due temi cruciali durante la sua visita a Bruxelles, appena consumata la prima sessione del Consiglio europeo sull’Ucraina. Nonostante le sue condizioni di salute non ottimali, la presidente del Consiglio italiano ha preso parte attiva a discussioni vitali per il futuro dell’Europa. La gestione dei flussi migratori e la crisi ucraina hanno dominato il dibattito, evidenziando l’importanza della cooperazione tra i Paesi membri in un periodo tanto complesso.
Focus sulla gestione dei flussi migratori
Nel corso di un incontro informale dedicato alla questione migratoria, Meloni ha affrontato la gestione dei flussi in arrivo e il protocollo d’intesa sottoscritto con l’Albania, recentemente oggetto di critiche in Italia. Il premier italiano ha evidenziato la necessità di “soluzioni innovative” per gestire l’immigrazione irregolare, sottolineando l’importanza di inasprire il quadro legale che regola i rimpatri. Questo incontro ha visto la partecipazione anche della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e di leader di diversi Paesi, tra cui Cipro, Malta e la Repubblica Ceca.
Meloni ha chiesto una rapida finalizzazione della nuova proposta legislativa sul tema dei rimpatri, di cui l’Unione Europea prevede l’adozione nei primi mesi del 2025. La presidente ha enfatizzato come sia necessario focalizzare gli sforzi di accoglienza su chi merita effettivamente protezione internazionale, spezzando il “modello di business” dei trafficanti di esseri umani. Sono state proposte misure concrete, come l’istituzione di “returns hubs” in Paesi terzi, per facilitare i rimpatri e rafforzare le rotte migratorie.
Le critiche italiane sui recenti sviluppi giuridici in materia di migrazione si sono fatte sentire. Le discussioni a Bruxelles sono state un’opportunità per Meloni di ribadire l’importanza della collaborazione europea nella gestione della migrazione, proponendo un quadro normativo che distingua chiaramente tra Paesi sicuri e non. Questo aspetto è fondamentale per garantire un approccio condiviso e sostenibile alla questione, evitando che la pressione migratoria diventi un problema esclusivamente nazionale.
La crisi ucraina al centro del dibattito
Il conflitto in Ucraina ha occupato gran parte delle discussioni del Consiglio europeo, con i leader dei 27 Stati membri che hanno ribadito un sostegno indiscutibile a Kiev. Meloni, pur non essendo al massimo della forma, ha partecipato attivamente, accogliendo con favore gli impegni in materia di assistenza militare e umanitaria. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha partecipato al dibattito, esprimendo la necessità di un sostegno continuo da parte dell’Unione.
Nelle conclusioni, i leader europei hanno confermato la volontà di intensificare gli sforzi in favore dell’Ucraina, puntando sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, munizioni e formazione per le forze ucraine. La richiesta di Zelensky è chiara: sono necessari almeno 19 sistemi di difesa per garantire la sicurezza delle infrastrutture critiche del Paese. L’Unione Europea ha risposto con l’adozione di un quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, promettendo di mantenere la pressione fino al termine del conflitto.
Il presidente ucraino ha fatto appello a una maggiore unità internazionale, sottolineando quanto sia fondamentale il ruolo degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e degli altri Paesi europei. Zelensky ha inoltre criticato una proposta di tregua, avanzata dal premier ungherese Viktor Orban, dicendo che la pace passa non solo per la sospensione delle operazioni militari, ma anche per garanzie concrete di sicurezza in futuro.
Prospettive future e impegni dell’Italia
Guardando al futuro, Giorgia Meloni si prepara a nuovi impegni, con un vertice Nord-Sud in programma in Lapponia il 21 e 22 dicembre. Tuttavia, le sue condizioni di salute potrebbero influenzare la possibilità di partecipazione all’evento. L’attenzione resta alta, dato che l’Italia continuerà a giocare un ruolo attivo nel supportare le iniziative per la stabilità in Europa. La necessità di un approccio coordinato sia in ambito migratorio sia nel supporto all’Ucraina rimane una priorità in questo periodo delicato.