Un agente di polizia penitenziaria di 53 anni è stato sospeso dal servizio e gli è stato revocato l’obbligo di firma. L’uomo è accusato di aver introdotto tre cellulari nel carcere di massima sicurezza di Sulmona destinati ai detenuti. L’agente è stato arrestato nell’aprile scorso e poi rimesso in libertà ad agosto in attesa dell’udienza, che è stata rinviata per questioni procedurali all’11 gennaio 2024. Il suo avvocato ha richiesto un patteggiamento o un rito alternativo.
L’inchiesta è iniziata il 25 ottobre 2022 quando un detenuto è stato sorpreso in cella con tre cellulari senza scheda e ha aggredito cinque agenti, che sono stati mandati in ospedale. Successivamente, sono stati sequestrati una ventina di telefoni nella struttura penitenziaria. La Procura di Sulmona ha quindi disposto perquisizioni, eseguite dal personale penitenziario, che hanno portato al ritrovamento di tre microcellulari in possesso dell’agente, oltre ad uno di sua proprietà. L’agente si è giustificato dicendo di averli portati per sbaglio e di averli dimenticati in tasca dopo averli acquistati a un prezzo modico per rivenderli ad amici e colleghi. In relazione a questa vicenda, nove persone detenute nel carcere di Sulmona sono state condannate per il reato di accesso indebito a dispositivi di comunicazione.