Le autorità israeliane hanno sollevato interrogativi sul coinvolgimento di quattro fotogiornalisti di Gaza, che lavorano per agenzie internazionali come Associated Press (Ap) e Reuters, durante il massacro avvenuto il 7 ottobre. HonestReporting, un sito che monitora il pregiudizio anti-israeliano nei media internazionali, ha denunciato la presenza dei fotogiornalisti durante gli orrori del massacro, compresa l’uccisione di civili. Tuttavia, sia Reuters che Ap hanno smentito queste accuse.
Secondo HonestReporting, uno dei fotoreporter, identificato come Hassan Eslaiah, avrebbe documentato il tank israeliano in fiamme e gli uomini di Hamas che entravano nel kibbutz Kfar Aza, uno dei luoghi principali della tragedia. L’ufficio stampa del governo israeliano ha richiesto spiegazioni alle testate coinvolte, definendo il coinvolgimento dei fotografi “inquietante” e “oltre ogni linea rossa, professionale e morale”. Alcuni politici israeliani hanno addirittura equiparato i giornalisti ai terroristi.
Tuttavia, sia Ap che Reuters hanno negato di essere stati a conoscenza in anticipo del massacro. Ap ha specificato che Eslaiah ha lavorato come freelance per loro in passato, ma non più. Reuters ha affermato che i loro giornalisti non erano sul posto e che hanno acquistato le foto da due freelance di Gaza. Entrambe le agenzie hanno sottolineato che le prime immagini ricevute sono state scattate oltre un’ora dopo l’inizio dell’attacco.
La Cnn, che aveva anche collaborato con Eslaiah, ha deciso di interrompere ogni rapporto con lui, nonostante non ci siano dubbi sulla sua accuratezza giornalistica. Le indagini sul coinvolgimento dei fotogiornalisti e sulle loro conoscenze pregresse degli eventi del 7 ottobre sono ancora in corso.