Oggi si terrà una nuova udienza riguardante il caso di Indi Gregory, la neonata inglese affetta da una grave malattia che è diventata cittadina italiana il 6 novembre grazie all’intervento del governo italiano. Il padre, Dean Gregory, annuncia la sua partecipazione in collegamento dalla stanza della figlia e spiega che finora la Corte ha deciso di staccare le macchine che la tengono in vita. La scorsa settimana, la corte inglese ha bloccato il trasferimento di Indi in Italia e ora impedisce ai genitori di portarla a casa. Il padre cercherà di cambiare il piano di cure palliative in tribunale.
Secondo Dean Gregory, la legge britannica non consente di portare Indi in Italia, a meno che non ci sia un accordo tra i due paesi. La neonata di 8 mesi, affetta da una malattia rara del DNA mitocondriale, è attualmente ricoverata nel Regno Unito. Finora, i genitori hanno incontrato l’opposizione del giudice Peel dell’Alta Corte di Londra nella loro battaglia per portarla in Italia.
Simone Pillon, ex senatore e avvocato della famiglia di Indi Gregory, ha dichiarato di essere al lavoro per trovare un accordo tra le autorità dei due paesi al fine di soddisfare la richiesta della famiglia e curare Indi a Roma. La famiglia ha chiesto più volte di portare la neonata al Bambino Gesù di Roma, ma finora è stata respinta dalle autorità sanitarie e dai giudici inglesi.
Dopo il conferimento della cittadinanza italiana a Indi, i genitori hanno ufficialmente accettato e presentato un ricorso all’Alta Corte di Londra per chiedere il trasferimento della neonata all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Ora si attende la decisione della magistratura britannica. Le spese per il trasferimento saranno a carico della famiglia, mentre le cure al Bambino Gesù saranno coperte dallo Stato italiano.
Elly Schlein ha commentato il caso di Indi Gregory, affermando che non ha competenze mediche per valutare la situazione dettagliatamente. Tuttavia, ritiene che se c’è la possibilità di fare qualcosa, è giusto tentare ogni via per farlo. Si spera che la situazione si risolva favorevolmente.