L’accordo siglato con l’Albania sulla gestione dei migranti solleva preoccupazioni riguardo alla sua conformità alla Costituzione e agli obblighi internazionali. Marina Castellaneta, docente di Diritto internazionale all’Università di Bari, evidenzia alcune questioni cruciali: l’esternalizzazione della procedura d’asilo, possibili violazioni dei diritti umani e la limitazione del diritto di difesa dei migranti. Castellaneta sottolinea che l’accordo dovrà essere attentamente valutato dal Parlamento, in quanto riguarda temi che richiedono modifiche legislative significative.
I punti critici dell’accordo
Uno dei principali punti critici riguarda l’esternalizzazione della procedura d’asilo, che verrebbe gestita dalle autorità italiane in Albania. Questo solleva problemi costituzionali, in quanto potrebbe violare l’articolo 10 che riconosce il diritto di asilo in Italia, così come gli obblighi internazionali, in particolare la Convenzione di Ginevra del 1951 e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Inoltre, i migranti richiedenti asilo verrebbero soccorsi in mare da navi militari italiane o dalla guardia costiera e portati in Albania. Tuttavia, anche se l’Italia trasferisce i migranti in un altro Paese, rimane responsabile di eventuali violazioni della Convenzione europea, come stabilito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Hirsi.
Il ruolo del Parlamento
L’accordo non può essere una questione esclusiva del governo. Deve passare attraverso una legge di autorizzazione alla ratifica del Parlamento italiano, in conformità all’articolo 80 della Costituzione. Poiché l’accordo comporta modifiche legislative significative, il coinvolgimento del Parlamento è essenziale.
Rischio di violazioni dei diritti umani
Castellaneta nota somiglianze tra questo accordo e quello concluso dal Regno Unito con il Ruanda, che è stato dichiarato contrario al diritto internazionale dalla Corte di appello inglese. Anche la Corte europea dei diritti dell’uomo ha adottato misure provvisorie chiedendo al Regno Unito di sospendere i voli. Sebbene l’Albania abbia standard migliori in termini di diritti umani, l’Italia rimane responsabile di eventuali violazioni dei diritti umani.
Rischio di limitazioni dei diritti di difesa
Un aspetto preoccupante riguarda il diritto del migrante di impugnare una decisione negativa emessa in Albania dalle autorità italiane. Non è chiaro dove il migrante potrà farlo, ma è probabile che sia in Italia. Tuttavia, ciò limiterebbe sia il diritto di difesa che il diritto di accesso alla tutela giurisdizionale effettiva.