A distanza di 50 anni dalla tragedia di Primavalle, si riaccendono le polemiche sui risarcimenti

La tragedia dell’incendio di Primavalle del 1973 riemerge in una complessa battaglia legale tra le eredi dell’avvocato Mancini e Antonella Mattei, con risarcimenti ancora irrisolti e tensioni crescenti.
A distanza di 50 anni dalla tragedia di Primavalle, si riaccendono le polemiche sui risarcimenti - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

La vicenda legata all’incendio di Primavalle, che costò la vita ai giovani Stefano e Virgilio Mattei nel 1973, continua a suscitare strascichi legali e polemiche. A oltre mezzo secolo dalla tragedia, il complesso quadro giudiziario riguardante i risarcimenti non sembra trovare una conclusione definitiva. Le eredi dell’avvocato Antonio Tommaso Mancini, legale di Achille Lollo, sono ora coinvolte in una nuova battaglia legale contro Antonella Mattei, sorella delle vittime. La situazione si fa sempre più intricata, con l’avvocato Federico Ferro Luzzi pronto a combattere affinchè la richiesta risarcitoria non cada in prescrizione.

La tragedia di Primavalle e il suo retaggio legale

Il 16 aprile 1973, un incendio devastò l’abitazione dei Mattei, causando la morte di Stefano e Virgilio, rispettivamente di dieci e ventidue anni. L’incendio, attribuito a un gruppo di ragazzi del collettivo Potere Operaio, non ha solo segnato la vita di una famiglia ma ha dato origine a una serie di eventi legali che vanno avanti da decenni. Nel 2016, la Sezione Tredicesima del Tribunale Civile di Roma emise una sentenza che condannava Achille Lollo, Clavo Marino e Manlio Grillo a risarcire Antonella Mattei per oltre 923mila euro. Tuttavia, la situazione non si è chiusa lì. Lollo e i suoi compari, fuggiti all’estero, videro la loro pena dichiarata estinta per intervallo di prescrizione, complicando ulteriormente il quadro.

La sentenza ha poi creato un’ulteriore contesa legale, poiché Antonella Mattei è stata costretta a fronteggiare le spese legali accumulate e ad affrontare anche le richieste di risarcimento delle eredi dell’avvocato Mancini. Queste ultime hanno accusato il legale di avere un ruolo attivo nell’aver esorbitato dalle sue funzioni di difensore, alimentando le dichiarazioni che sono giunte alla stampa. I giudici, in un successivo pronunciamento, hanno giudicato come “palesemente infondata” la domanda di addebito contraria all’avvocato Mancini, evidenziando così l’assenza di un nesso causale tra le sue azioni e la tragedia del ‘73.

La resistenza legale delle eredi di Mancini

Le eredi di Mancini, decise a perseguire la loro richiesta di risarcimento, hanno ingaggiato l’avvocato Federico Ferro Luzzi per riprendere il percorso legale avviato contro Antonella Mattei. La somma richiesta supera al momento i 50mila euro. Ferro Luzzi ha affermato che la loro intenzione è di mantenere in vita la richiesta risarcitoria, sottolineando l’assurdità della richiesta avanzata a carico di Mancini. La prossima udienza è fissata per il 1 ottobre 2025, mentre la battaglia legale sembra non avere fine.

Negli anni, il caso ha subito numerosi intrecci e rimaneggiamenti, con continui tentativi di riavvio delle cause. Ferro Luzzi ha recensito con rassegnazione il lungo percorso giudiziario: “Ogni volta abbiamo suggerito di rinunciare alle spese legali a condizione che la causa contro Mancini non venisse riassunta. Ma ogni volta hanno scelto di continuare”. È evidente che la determinazione delle eredi di Mancini, nel voler risolvere la questione e tutelare la memoria del loro congiunto, continua a dare vita a un procedimento legale senza fine.

Antonella Mattei e il silenzio sulla situazione attuale

In mezzo a questo polverone legale c’è Antonella Mattei, sopravvissuta all’incendio e ora coinvolta in una spirale di richieste risarcitorie. Ogni passo della vicenda legale si intreccia con un dolore personale difficile da gestire. Pur interpellata, Mattei ha scelto il silenzio su questa delicata questione, lasciando spazio solo ai legali che operano in suo nome. La sua vita è stata segnata da un evento tragico che, a distanza di più di cinquanta anni, sembra rimanere un fardello difficile da scaricare.

La complessità del caso e le emozioni in gioco riflettono l’ardua lotta per la giustizia che continua a pesare sulle spalle di chi ha patito una perdita così devastante. Gli sviluppi futuri potrebbero illuminare ulteriormente il cammino giuridico intrapreso, mentre gli echi della tragedia di Primavalle continuano a risuonare nel contesto legale contemporaneo.

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