La Galleria Kme del Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, ospita dal 25 ottobre al 3 marzo l’originale mostra “Architettura Instabile – Restless Architecture“, progettata e curata dallo studio Diller Scofidio + Renfro. Questa esposizione pone una riflessione sul perché l’architettura, in contrasto con altre discipline e fenomeni, sembra rimanere ferma nonostante i cambiamenti rapidi e continui del mondo che ci circonda. Attraverso 26 progetti realizzati dallo studio, la mostra intende stimolare una discussione su come l’architettura si adatti e risponda a condizioni ambientali, politiche, culturali, ecologiche ed economiche in continua evoluzione.
Un tema di attualità: l’architettura come riflesso del mondo contemporaneo
Lorenza Baroncelli, direttrice del Dipartimento di Architettura del Maxxi, ha spiegato che il progetto non si concentra sull’autoreferenzialità di Diller Scofidio + Renfro, ma piuttosto su un’invasione trasversale delle dinamiche architettoniche e dei loro rapporti con il contesto globale. Come sottolinea Baroncelli, l’idea è di invitare a una riflessione più ampia su come l’architettura sia influenzata dai cambiamenti nel mondo circostante. Il coprotagonista della mostra, Pippo Ciorra, Senior Curator Maxxi Architettura e Design contemporaneo, ha aggiunto che l’esposizione intende stimolare il pubblico a riflettere sull’importanza dell’adattamento e della trasformazione nel campo dell’architettura.
David Allin, direttore dello studio Diller Scofidio + Renfro, ha condiviso che il tema della trasformazione architettonica è già emerso in vari progetti dello studio e che questa mostra rappresenta un’opportunità per esplorarlo in un contesto più ampio. L’intento è quello di esplorare l’evoluzione dell’architettura dalla sua origine nel XIX secolo fino ai giorni nostri, rompendo le barriere tradizionali e invitando a una nuova comprensione dei ruoli che gli edifici e gli spazi possono ricoprire nella vita quotidiana.
Le sezioni della mostra: un viaggio attraverso l’evoluzione architettonica
L’esposizione si articola in quattro sezioni principali: Architettura Adattiva, Architettura Sospesa, Architettura Mobile e Architettura Ecodinamica. Ogni sezione rappresenta un aspetto diverso della relazione tra architettura e cambiamento, dimostrando come gli architetti possano affrontare le sfide attuali con soluzioni innovative.
Nella sezione dedicata all’Architettura Adattiva, vengono presentati progetti che mostrano come le strutture possano modificarsi in risposta a diverse condizioni climatiche e sociali. L’attenzione è posta non solo sull’estetica, ma anche sull’efficienza energetica e sul potenziale di integrazione con l’ambiente immediato.
L’Architettura Sospesa, invece, esplora come gli edifici possano essere progettati per sfidare la gravità e le convenzioni, incorporando elementi di design che sembrano fluttuare nello spazio. Questa sezione si propone di sorprendere visitatori e architetti, spingendo il confine tra realtà e immaginazione.
L’Architettura Mobile celebra progetti che possono essere facilmente modificati o spostati, rispondendo così a esigenze variabili nel tempo e nello spazio. Questo aspetto è particolarmente rilevante nella nostra era odierna, caratterizzata da rapidità di cambiamento e necessità di soluzioni flessibili.
Infine, l’Architettura Ecodinamica affronta l’importanza di progettare edifici che interagiscano attivamente con il loro ambiente naturale, adottando pratiche sostenibili e materiali ecologici. Questa sezione evidenzia l’impatto positivo che l’architettura può avere sulla salute del pianeta e sul benessere delle persone.
Altri eventi in corso al Maxxi: focus su progetti storici e contemporanei
Parallelamente alla mostra “Architettura Instabile“, il Maxxi offre anche altre interessanti esposizioni. Fino al 23 febbraio, il pubblico potrà visitare una mostra dedicata alla Torre Velasca, progettata dallo studio BBPR, celebre esempio d’architettura milanese. Curata dal Centro Archivi Maxxi Architettura, l’esposizione mira a mettere in evidenza l’evoluzione stilistica e culturale di questo iconico edificio, esplorando il suo impatto sulla città di Milano e il suo ruolo nell’architettura italiana.
In aggiunta, fino al 2 marzo, la Sala Gian Ferrari ospita le opere dei tre finalisti del Bulgari Prize 2024, Riccardo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw. In questa mostra, a cura di Giulia Ferracci, sono presentati progetti che riflettono la nuova generazione di talenti nel campo del design e dell’arte contemporanea. I visitatori avranno così l’opportunità di scoprire le opere di artisti emergenti, che offrono nuove prospettive sul rapporto tra creatività e società.
Il Maxxi continua dunque ad essere un punto di riferimento per l’arte e l’architettura contemporanea, stimolando riflessioni importanti e contribuendo al dibattito sulle sfide della contemporaneità.