Nuove scoperte sul mieloma multiplo: individuato un RNA non codificante come bersaglio terapeutico

Ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e Human Technopole identificano un RNA lungo non codificante come nuovo bersaglio terapeutico per il mieloma multiplo, aprendo nuove prospettive nel trattamento della malattia.
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Un gruppo di ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, in collaborazione con lo Human Technopole di Milano, ha identificato un nuovo potenziale bersaglio terapeutico per il mieloma multiplo. Si tratta di un RNA lungo non codificante , che si è rivelato fondamentale nello sviluppo e nella progressione di questo tumore complesso. I risultati di questa innovativa ricerca, supportata dalla Fondazione Airc, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Blood, aprendo nuove possibilità per il trattamento di questa malattia ancora difficile da curare.

Il mieloma multiplo: un tumore da affrontare

Il mieloma multiplo è un tumore maligno che origina dalle plasmacellule, una classe di cellule del sistema immunitario coinvolte nella produzione di anticorpi. Questo tipo di tumore rappresenta una sfida terapeutica significativa, con i pazienti che in molti casi affrontano una prognosi sfavorevole nonostante i progressi nella terapia negli ultimi anni. Le nuove strategie terapeutiche, come le terapie immunologiche e gli inibitori del proteasoma, hanno migliorato il tasso di sopravvivenza, ma la malattia continua a presentare un’elevata complessità e una tendenza a recidivare.

La difficoltà nella cura del mieloma multiplo è accentuata dalla natura eterogenea della malattia stessa e dalla resistenza ai trattamenti convenzionali che sviluppano molti pazienti. Negli ultimi anni, la ricerca ha iniziato a esplorare il ruolo degli RNA lunghi non codificanti. Questi RNA, un tempo considerati come “DNA spazzatura” per la loro apparente mancanza di funzionalità, hanno iniziato a rivelarsi essenziali per la regolazione dei meccanismi biologici e patologici, inclusi quelli del cancro. Tuttavia, la comprensione completa del loro ruolo nel mieloma multiplo rimane in gran parte da definire.

La scoperta di RP11-350G8.5

Grazie all’applicazione di tecnologie all’avanguardia come l’editing genomico e tecniche di validazione molecolare e biofisica, è emerso il long non coding RNA RP11-350G8.5. Questo RNA è stato caratterizzato come un oncogene, rendendolo un potenziale bersaglio terapeutico per il mieloma multiplo stesso. Katia Grillone, principale ricercatrice del progetto all’Università Magna Graecia, ha descritto il processo come uno screening molecolare condotto utilizzando la tecnologia CRISPR-Cas9, che ha permesso di indagare l’effetto di 671 lncRNA su cellule di mieloma multiplo, differenziando tra quelle sensibili e resistenti ai trattamenti tradizionali.

Questo approccio rigoroso ha fornito importanti informazioni sulla crescita del tumore e ha identificato RNA specifici la cui espressione è correlata a una prognosi peggiore. La ricerca ha evidenziato non solo l’importanza di RP11-350G8.5, ma ha anche aperto la strada a future indagini sul potenziale terapeutico di altri lncRNA.

Implicazioni per il trattamento e la ricerca futura

L’utilizzo selettivo dell’RNA RP11-350G8.5 come target terapeutico offre nuove strade per la cura del mieloma multiplo. Secondo le dichiarazioni degli esperti coinvolti, colpire specificamente questo RNA potrebbe non solo indurre tossicità nelle cellule tumorali, ma potrebbe anche potenziare l’efficacia dei farmaci già in uso, contribuendo al contempo a stimolare una risposta immunitaria contro il tumore.

Pierfrancesco Tassone, coordinatore del gruppo di ricerca di Oncologia medica traslazionale, ha anche sottolineato come questo studio multidisciplinare abbia consentito di sondare il cosiddetto “buio dell’RNA nel genoma umano” e come i risultati possano avere applicazioni cliniche praticabili. L’innovativo approccio e la crescente comprensione degli RNA lunghi non codificanti rappresentano un cambiamento di paradigma nella ricerca sulle terapie per il mieloma multiplo.

In un contesto di crescente attenzione sulla RNA therapeutics, la scoperta di RP11-350G8.5 non solo pone le basi per il futuro della terapia del mieloma multiplo, ma evidenzia anche il valore del supporto alla ricerca scientifica in Italia, contribuendo a una più ampia comprensione delle dinamiche molecolari alla base di questa malattia complessa.