La forza delle artiste nella street art: una mostra all’Onu di New York

La mostra all’Onu di New York celebra il contributo delle artiste di street art, evidenziando opere innovative e storie significative che sfidano le norme in un campo tradizionalmente maschile.
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La street art ha sempre rappresentato un mezzo di espressione potente e incisivo, ma oggi le donne stanno prendendo il centro della scena, sfondando il soffitto di vetro in un campo storicamente dominato dagli uomini. Fino al 29 novembre, l’atrio dei visitatori dell’Onu di New York ospita una straordinaria esposizione dedicata alle artiste di street art, mettendo in luce opere innovative e una narrazione ricca di storia e culture. Artiste affermate e emergenti, provenienti da diverse parti del mondo, si uniscono per celebrare la loro creatività e il loro contributo al panorama artistico contemporaneo.

Artiste di fama internazionale

La mostra presenta opere di alcune delle più prestigiose artiste della scena internazionale, tra cui la giapponese Lady Aiko, Kelsey Montague, e Danielle Mastrion. Lady Aiko, una pioniera, è nota per essere stata la prima donna a dipingere sul Muro della Bowery. Il suo lavoro si distingue per un’estetica che fonde la cultura pop occidentale con elementi giapponesi. Kelsey Montague, che ha guadagnato popolarità anche grazie alle sue collaborazioni con celebrità come Taylor Swift, porta una sensibilità unica alle sue opere, mentre Danielle Mastrion vanta una significativa esperienza, avendo collaborato per sei anni con il regista Spike Lee a Brooklyn. L’esposizione esplora anche il percorso di artiste storiche come Swoon e Lady Pink, che hanno avuto un ruolo cruciale nell’affermazione della street art femminile negli anni ’80 e ’90.

La selezione e l’influenza delle artiste

Alessandra Mattanza, artistessa e autrice di bestseller, insieme all’architetto Augusto Ferretti, ha curato la selezione delle opere esposte. Tra le artiste italiane spiccano Lediesis, conosciute per le loro “Superdonne”, che sono diventate icone della street art a Firenze a partire dall’8 marzo 2019. La danese Jacoba Niepoort è famosa per le sue figure nude, che evocano un senso di solitudine e alienazione, portando in primo piano il dibattito sulla condizione femminile nella società contemporanea. La partecipazione di Mattanza è ulteriormente significativa poiché presenta un’opera di robot art ispirata a Masha Amini, simbolo della lotta per i diritti delle donne in Iran. Il suo libro “Street Art is Female”, che ha ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, ha contribuito a mettere in evidenza il ruolo cruciale delle donne nel panorama della street art.

La storia di Lady Aiko e il suo impatto

Lady Aiko ha intrapreso il suo viaggio artistico negli anni ’90, giungendo a New York da Tokyo con una valigia e un dizionario. Iniziò a lavorare come assistente per illustri artisti come Takashi Murakami, confrontandosi con le sfide di un ambiente artistico dominato dal maschile. Aiko ha presto sentito la necessità di emergere in modo indipendente, trasformando i muri dei vicoli del Lower East Side e di Hell’s Kitchen in tele per la sua arte. La sua evoluzione artistica l’ha portata a fondare il collettivo Faile e a collaborare con Banksy, espandendo il suo linguaggio visivo. Nella mostra all’Onu, Aiko presenta un trittico creato con la tecnica dello stencil, che mescola immagini di teschi e coniglietti, rendendo omaggio a un linguaggio visivo che è diventato parte integrante della sua identità artistica.

L’attivismo e l’identità nell’arte di strada

L’artista ucraina-americana Maya Hayuk, che ha avuto l’opportunità di dipingere sul Wall della Bowery, offre una riflessione interessante sulla propria identità artista. Hayuk si distacca dall’etichetta di “artista donna”, ponendo enfasi sulla natura attivista e anonima della street art. Secondo Hayuk, ciò che conta di più è il messaggio e il potere dell’opera, piuttosto che il nome dell’autore. Questa visione amplifica il dibattito sull’importanza dell’arte pubblica come strumento di cambiamento sociale e di espressione collettiva. La mostra all’Onu rappresenta un’importante piattaforma per raccontare storie di donne che, attraverso l’arte, sfidano le norme e contribuiscono a narrazioni globali contemporanee.