L’invio di soldati nordcoreani in Russia: un alleato controverso di Putin nella guerra in Ucraina

L’invio di 1.500 soldati nordcoreani in Russia per supportare l’esercito di Putin nel conflitto ucraino solleva preoccupazioni globali e intensifica le tensioni tra Corea del Sud e Stati Uniti.
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Le tensioni internazionali si intensificano ulteriormente con l’invio di soldati nordcoreani da parte di Kim Jong-un in Russia, per sostenere gli sforzi bellici di Vladimir Putin nel conflitto però trentennale con l’Ucraina. Questo sviluppo ha sollevato preoccupazioni globali e ha attirato l’attenzione delle forze di intelligence occidentali, in particolare degli Stati Uniti e della Corea del Sud.

Chi sono i militari nordcoreani inviati in Russia

Secondo fonti affidabili, tra cui l’intelligence della Corea del Sud, sono stati inviati circa 1.500 soldati nordcoreani. Questi uomini sono giunti in Russia attraverso navi militari e un aereo AN-124, un’imponente macchina da trasporto. Il loro compito principale prevede di unirsi ai ranghi delle forze armate russe per combattere sul fronte ucraino. Questi soldati, spesso definiti “schiavi da combattimento”, sono parte delle forze speciali nordcoreane ed è noto che subiscono un addestramento rigoroso in condizioni estremamente difficili e isolate.

Tra di loro si possono trovare membri dell’undicesimo corpo d’armata, un’unità che può contare fino a 80.000 uomini, distribuiti in dieci brigate. Secondo gli esperti, Kim Jong-un potrebbe persino decidere di inviare fino a 12.000 soldati in totale, qualità e quantità che potrebbero rappresentare un significativo supporto per l’esercito russo. Questi uomini, indottrinati all’ideologia del regime, sono addestrati a combattere contro i nemici del “caro leader”, il che solleva interrogativi sulle loro capacità e sulla loro utilità sul campo di battaglia.

Le reazioni di Corea del Sud e Stati Uniti

Il governo sudcoreano ha preso attivamente posizione su questa questione, convocando l’ambasciatore russo nel Paese per chiarimenti. Il ministro degli Esteri di Seul ha chiesto con urgenza il ritiro dei 1.500 uomini già dispiegati in Russia. Le autorità sudcoreane hanno espresso serie preoccupazioni riguardo a questa evoluzione delle relazioni tra Pyongyang e Mosca, sottolineando che la situazione potrebbe avere ripercussioni significative sulla sicurezza regionale.

Anche gli Stati Uniti stanno monitorando gli sviluppi con attenzione. Finora, la NATO e le forze americane non hanno confermato il dispiegamento dei soldati nordcoreani. Tuttavia, funzionari statunitensi, tra cui Robert Wood, vice ambasciatore americano in Ucraina, hanno messo in guardia sugli sviluppi, dichiarando che un rafforzamento delle relazioni militari tra Corea del Nord e Russia sarebbe preoccupante. Le consultazioni tra gli Stati Uniti e i loro alleati sono in corso per valutare le implicazioni di questa possibile alleanza militare.

Un quadro più ampio: non solo soldati nordcoreani

L’arrivo dei soldati nordcoreani non rappresenta un’eccezione nel quadro delle forze mercenarie che combattono per la Russia. Infatti, si stima che il governo russo abbia arruolato combattenti da diverse nazioni, come Sri Lanka, Nepal, Serbia e Cuba, per rimpinguare le sue file. Questi uomini vengono spesso descritti come “carne da cannone” e il loro impiego avviene a costi estremamente contenuti, senza alcun indennizzo per le famiglie in caso di morte.

Inoltre, altri gruppi di combattenti provenienti da diversi paesi africani, asiatici e dall’America Latina stanno contribuendo al conflitto. In particolare, l’India si sta attivando per il rimpatrio dei suoi cittadini che sono stati arruolati dalle forze russe, con un numero imprecisato di soldati ancora attivi sul fronte.

I rischi strategici per Putin

L’integrazione di soldati nordcoreani nel conflitto ucraino rappresenta sia un’opportunità sia un rischio per Vladimir Putin. Mentre l’esercito russo potrebbe beneficiare di una manodopera supplementare, l’alleanza con un regime controverso come quello di Kim Jong-un potrebbe avere effetti collaterali indesiderati. Un eventuale consolidamento dell’asse Mosca-Pyongyang potrebbe spingere la Corea del Sud, finora limitata a fornire supporto umanitario all’Ucraina, a considerare l’invio di armi in favore di Kiev.

L’esercito sudcoreano, con una scorta di circa mezzo milione di uomini attivi e oltre 3 milioni di riservisti, ha una potenza militare considerevole. Il Paese risulta anche tra i principali produttori al mondo di armamenti e si prevede che diventi il quarto esportatore globale entro il 2027. In questo contesto, l’intensificazione della cooperazione militare vieterebbe a Putin molteplici scenari strategici e potrebbe incentivare nuove ostilità nella già complessa geopolitica della regione.