Aumento dei disturbi mentali tra i giovani: l’importanza di ascoltare e sostenere

Il progetto “Mi vedete” mira a supportare i giovani nelle scuole, affrontando il disagio mentale attraverso sportelli psicologici e educatori, promuovendo un ambiente di ascolto e inclusione.
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I disturbi mentali rappresentano una preoccupazione crescente, soprattutto tra le nuove generazioni. Le malattie del cervello sono attualmente la principale causa di disabilità nel mondo e la seconda causa di morte, subito dopo le malattie cardiovascolari. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 ha accentuato questi problemi, con un incremento particolare dei disturbi mentali tra i giovani. In questo contesto, è fondamentale attivarsi per garantire supporto e ascolto ai ragazzi, rispondendo alle loro esigenze attraverso iniziative come il progetto “Mi vedete”.

Il progetto ‘Mi vedete’: un ponte tra istituzioni e studenti

Il progetto “Mi vedete” si distingue come un’importante iniziativa che mira a coinvolgere direttamente i giovani nelle attività scolastiche, ascoltando le loro difficoltà e promuovendo un ambiente di sostegno. L’intervento nelle scuole è ritenuto cruciale, soprattutto per quanto riguarda la presenza di uno sportello psicologico. Questo servizio è già attuato in molte scuole superiori grazie all’intervento del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Tuttavia, oltre allo psicologo, emerge la necessità di avere anche un educatore che possa interagire quotidianamente con gli studenti, fungendo da figura terza con cui poter parlare liberamente.

La senatrice Elena Murelli, membro della Commissione Sanità e Lavoro del Senato, ha sottolineato l’importanza di queste iniziative durante un recente evento. Secondo Murelli, “la combinazione di supporto psicologico ed educativo potrebbe rappresentare la chiave per affrontare le crescenti problematiche legate al disagio giovanile, al fine di garantire una maggiore inclusione e benessere mentale negli ambienti scolastici.”

Le manifestazioni del disagio giovanile

Il disagio mentale tra i giovani può manifestarsi in diversi modi, tra cui comportamenti di bullismo, noia e disturbi alimentari. Tali manifestazioni richiedono un’attenzione particolare da parte delle istituzioni, affinché si possano adottare misure preventive efficaci. Murelli ha richiamato l’attenzione su come, spesso, gli studenti non si sentano in grado di chiedere aiuto a parenti o amici, per timore di essere giudicati o stigmatizzati.

La paura di affrontare il proprio disagio in solitudine è comune tra i giovani, rendendo necessario un ambiente educativo che promuova la comunicazione aperta e il supporto reciproco. Le istituzioni scolastiche hanno quindi la responsabilità di creare spazi sicuri in cui gli studenti possano confidarsi senza timori, permettendo loro di recuperare un senso di normalità e appartenenza.

Iniziative regionali e necessità di ascolto

Nelle regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, sono stati avviati piani di prevenzione per il periodo 2021-2025, evidenziando un impegno concreto verso la salute mentale dei giovani. Queste regioni si sono distinte per essere all’avanguardia in Italia, avendo istituito reparti specializzati per affrontare le problematiche neuropsichiatriche infantili e adolescenti. Tuttavia, rimangono delle lacune da colmare, poiché alcuni centri di ascolto non stanno funzionando come previsto.

Murelli ha ribadito l’importanza di un’adeguata sensibilizzazione da parte delle istituzioni, sottolineando che l’ascolto attivo dei giovani deve avvenire non solo all’interno delle scuole ma anche sul territorio. È necessario un intervento coordinato che accompagni i ragazzi nel processo dalla diagnosi alla cura, attraverso centri specializzati e supporto dedicato, per prevenire ulteriormente il manifestarsi di disturbi mentali.

Educazione civica e ascolto: una strada da percorrere

Una delle proposte emerse è il potenziamento dell’educazione civica come strumento per creare momenti di ascolto e partecipazione tra gli studenti. La creazione di spazi di discussione e di relazione potrebbe favorire un ambiente scolastico inclusivo e attento alle esigenze dei giovani. Educatori e istituzioni sono chiamati a promuovere questa cultura dell’ascolto e della comunicazione, elementi imprescindibili in una società sempre più complessa e stimolante.

Promuovendo interazioni positive e relazioni costruttive tra gli studenti, si può contribuire a costruire una rete di supporto solidale, in grado di affrontare con successo le sfide del disagio giovanile, trasformando l’educazione in un fondamentale strumento di inclusione sociale e di prevenzione.