Zaccaria Mouhib, meglio conosciuto con il nome d’arte Baby Gang, ha ricevuto una condanna a Milano che segna un capitolo controverso nella sua giovane carriera musicale. La sentenza emessa dal giudice Tommaso Perna, al termine di un processo con rito abbreviato, ha stabilito che il trapper dovrà scontare tre anni e quattro mesi di pena per resistenza a pubblico ufficiale e per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. L’episodio risale al 10 aprile 2021, durante un’assemblea di giovani convenuta per la realizzazione di un videoclip musicale nel quartiere di San Siro, che si è trasformata in un confronto violento con le forze dell’ordine.
I fatti della manifestazione del 10 aprile 2021
L’assemblea, che contava circa 300 partecipanti tra giovani e giovanissimi, era stata organizzata per girare un video musicale. Il richiamo sui social, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19, ha attratto un numero considerevole di persone, molte delle quali hanno fatto fatica a gestire la situazione quando sono intervenuti gli agenti di polizia. Alla vista delle forze dell’ordine, il gruppo si è disperso, ma non prima che alcuni membri cominciassero a lanciare oggetti contro i poliziotti. Secondo le indagini, Baby Gang, che era presente all’evento, sarebbe stato uno degli istigatori di questa violenza, come riportato nei documenti del processo.
Si è scoperto che un video apparso sui social media ritraeva il trapper che incitava alla fuga, un elemento che ha fatto propendere il giudice a una condanna severa. L’assembramento non autorizzato, unitamente al comportamento provocatorio di alcuni dei presenti, ha portato a un’immediata attenzione da parte delle autorità, complicando ulteriormente la situazione e culminando nei reati per cui Baby Gang è stato giudicato colpevole.
Il ruolo di Neima Ezza e conseguenze legali
Nel corso del processo e nelle indagini emergono anche dettagli riguardanti Amine Ez Zaaraoui, meglio conosciuto nel panorama musicale come Neima Ezza. Secondo quanto riportato, il celebre trapper è stato ‘punito’ con un anno e sei mesi di messa alla prova, in correlazione con la sua partecipazione al videoclip e alla manifesta violazione delle disposizioni di sicurezza pubblica. Questa sanzione sottolinea l’attenzione che le autorità stanno prestando ai giovani artisti emergenti, in particolare nel contesto di eventi di questo tipo, amplificando la responsabilità che i leader culturali possono avere sugli eventi pubblici.
L’azione legale contro Baby Gang e Neima Ezza mette anche in evidenza l’importanza della conformità nelle pratiche artistiche e le ripercussioni legali che possono derivare dalla violazione di normative, soprattutto in periodi delicati come quelli di emergenza sanitaria. Le ripercussioni legali di queste situazioni rischiano di riflettersi non solo sulle carriere degli artisti, ma anche sul modo in cui le giovani generazioni percepiscono la legalità e la responsabilità sociale.
La difesa e le prospettive future del trapper
Niccolò Vecchioni, l’avvocato difensore di Baby Gang, ha già manifestato l’intenzione di presentare ricorso contro la sentenza del giudice. Secondo la sua linea di difesa, il trapper non sarebbe stato presente all’atto della violenza e, quindi, non avrebbe dovuto essere considerato responsabile degli eventi verificatisi successivamente. Questo potrebbe aprire a futuri sviluppi legali e a una potenziale revisione della pena inflitta.
Nonostante la sentenza, Baby Gang continua ad avere un seguito significativo e sta per intraprendere un tour europeo. Le sue abilità musicali e la sua influenza tra i giovani sono stati fino ad oggi il fulcro della sua carriera, quindi resta da vedere come questa condanna influenzerà il suo percorso artistico e le relazioni con il suo pubblico. In un panorama musicale che si evolve in continuazione, la sfida per artisti come Baby Gang sarà quella di continuare a mantenersi rilevanti e a costruire una narrativa positiva, affrontando nel contempo le conseguenze delle proprie azioni.