Tentato omicidio a Milano: arrestato Daniele Cataldo, legato al capo ultrà Luca Lucci

Il tentato omicidio di Enzo Anghinelli a Milano riaccende le indagini sul tifo organizzato, rivelando conflitti interni e dinamiche violente tra gruppi ultras legati al Milan.
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Il 12 aprile 2019, Milano è stata teatro di un grave episodio di violenza che ha scosso non solo l’ambiente sportivo, ma l’intera città. Enzo Anghinelli, noto per i suoi precedenti penali, è stato vittima di un tentato omicidio con un colpo di pistola che lo ha ridotto in coma. Recentemente, il fermo di Daniele Cataldo, considerato un uomo di fiducia del capo ultrà rossonero Luca Lucci, ha riacceso i riflettori sulle indagini avviate cinque anni fa. Le autorità, sotto la guida della Squadra mobile di Milano, hanno ora un nuovo tassello per comprendere le dinamiche violente legate al tifo organizzato, coinvolgendo affari illeciti legati al mondo delle curve.

Il contesto dell’aggressione in via Cadore

L’aggressione ad Enzo Anghinelli è avvenuta in via Cadore, vicino a Porta Romana, un’area nota non solo per il suo fascino storico, ma anche come uno dei fulcri del tifo milanista. Il colpo che colpì Anghinelli alla testa e lo ridusse in uno stato critico ha sollevato molte domande sulle motivazioni dietro l’attacco. Le indagini iniziali, condotte dal pm Leonardo Lesti, si sono concentrate sia su un possibile movente legato al traffico di droga, date le precedenti attività di Anghinelli, sia su questioni interne legate alla curva sud del Milan. Questo doppio fronte ha complesso ulteriormente il lavoro degli inquirenti, che avevano accusato una certa difficoltà nel raccogliere prove decisive.

Nonostante le ostilità e gli screzi tra i membri del tifo organizzato, le indagini hanno continuato a proseguire. L’elemento fondamentale emerso è stato quello dell’appartenenza e dei conflitti di potere all’interno della tifoseria milanese, alimentando così l’idea che questo tentato omicidio potesse essere parte di una guerra interna tra fazioni opposte del tifo.

L’inchiesta parallela sulle curve di San Siro

Man mano che le indagini si snodavano, un’altra inchiesta, denominata ‘Doppia curva’ e guidata dal pm Paolo Storari, ha iniziato a intrecciarsi con il caso di Anghinelli. Questo progetto investigativo si concentra su crimini legati alle curve calcistiche di San Siro e ha sottolineato dinamiche di potere all’interno dei gruppi ultras. Col passare del tempo, l’indagine ha trovato conferme alle ipotesi secondo cui il tentato omicidio di Anghinelli era legato alla competizione tra diversi gruppi all’interno del tifo organizzato, tutti intenti a consolidare la propria influenza e il controllo su attività più o meno legali.

L’arresto di Daniele Cataldo rappresenta quindi un punto di svolta. Considerato il presunto esecutore del tentato omicidio, egli avrebbe agito su uno scooter dal quale sono stati sparati i colpi che hanno ferito Anghinelli. Le complicazioni per Luca Lucci, attualmente in carcere con l’accusa di concorso in omicidio, offrono uno spaccato di una realtà cupa e densamente intrecciata di violenza, possesso e affari legati al tifo.

Sviluppi recenti e intercettazioni rivelatrici

Le indagini hanno fatto un importante passo avanti grazie a conversazioni intercettate tra diversi soggetti coinvolti, che hanno rivelato dettagli inquietanti sulla scalata al potere di Luca Lucci all’interno del tifo milanista. In queste intercettazioni, sono emerse frasi preoccupanti che fanno riferimento a un clima di violenza e intimidazione all’interno della comunità ultras, dove rivendicazioni di supremazia e vendetta sono state esplicitamente menzionate.

Questi dialoghi, presenti nella richiesta di custodia cautelare per Cataldo, descrivono un ambiente dove il dominio si ottiene non solo tramite strategia, ma anche attraverso atti di violenza tangibili. Un’analisi attenta di queste intercettazioni offre anche uno scorcio sulle relazioni complesse tra i vari gruppi ultras e i loro leader, suggerendo che il tentato omicidio di Anghinelli fosse il culmine di un conflitto protratto.

Le autorità milanesi continuano a lavorare per accertare tutte le responsabilità e per far luce sulle intricati reti di alleanze e antagonismi che caratterizzano il mondo delle curve. La speranza è quella di portare alla luce non solo il contesto specifico del tentato omicidio, ma anche le più ampie problematiche sociali legate al tifo organizzato e alla violenza che tanti eventi sportivi devono affrontare.