Ergastolo per Gianluca Paul Seung: condanna per l’omicidio della psichiatra Barbara Capovani

La Corte di Assise di Pisa condanna Gianluca Paul Seung all’ergastolo per l’omicidio premeditato della psichiatra Barbara Capovani, evidenziando il suo stato mentale instabile e la richiesta di risarcimento da parte della famiglia.
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La Corte di Assise di Pisa ha emesso una sentenza di condanna all’ergastolo per Gianluca Paul Seung, responsabile dell’omicidio premeditato della psichiatra Barbara Capovani. L’episodio si è consumato nel mese di aprile 2023 all’esterno del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale di Pisa. Seung, di 36 anni, ex paziente della stessa psichiatra, ha confessato le sue responsabilità, continuando a dimostrare segni di un profondo disagio mentale. La sentenza non solo ha stabilito la pena massima, ma ha anche imposto al condannato di risarcire le parti civili e di rimborsare le spese processuali.

I dettagli della sentenza e le richieste delle parti

Nella serata del 16 ottobre, la Corte ha confermato la richiesta del pubblico ministero, Lydia Pagnini, che aveva invocato una condanna all’ergastolo con l’aggravante dell’isolamento diurno per 18 mesi. La famiglia della vittima, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Stefano Del Corso, ha accolto la richiesta della procura, chiedendo un risarcimento complessivo di 1 milione e 850mila euro per il danno subito. Durante il processo, gli avvocati di difesa di Seung, Gabriele Parrini e Andrea Pieri, hanno sostenuto l’incapacità di intendere e volere del loro assistito, chiedendo un’assoluzione completa. In alternativa, se ritenuto capace, hanno proposto di derubricare il reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale e di escludere l’aggravante della premeditazione.

L’aggressione e le confessioni di Seung

Durante l’udienza, Seung ha detto: “Confermo di essere l’aggressore di Barbara Capovani, ho portato alla sua morte il 21 aprile 2023.” Ha fornito dettagli su come e perché ha agito, rivelando un odio profondo nei confronti della psichiatra, giustificato da sue narrazioni di complotti e frustrazioni personali. L’aggressione avvenne all’esterno dell’ospedale Santa Chiara, mentre la dottoressa era intenta a liberare la sua bicicletta al termine del turno. Seung l’ha sorpresa colpendola ripetutamente alla testa con un oggetto contundente. Le parole di Seung, cariche di farneticazioni riguardanti traffico di organi e culti satanici, riflettono la sua tumultuosa psiche.

Le indagini e l’arresto di Seung

Dopo l’aggressione, la psichiatra Capovani fu dichiarata morta cerebrale. Le indagini condotte dalla Polizia di Pisa hanno portato all’arresto di Seung il 23 aprile 2023. La ricostruzione dei fatti ha mostrato che Seung si era preparato per l’agguato già il giorno precedente, presentandosi vestito in modo da nascondere la propria identità. Durante il suo interrogatorio, Seung è apparso determinato nel nascondere i suoi veri intenti, comportandosi in modo da confondere eventuali sospetti. Tuttavia, la testimonianza di un testimone chiave e la registrazione delle telecamere di sicurezza hanno contribuito a incastrarlo.

Il profilo psico-sociale di Gianluca Paul Seung

Gianluca Paul Seung era già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati, incluse aggressioni e comportamenti molesti. In passato aveva anche denunciato presunti complotti tramite lettere inviate a varie istituzioni e per mezzo di social media, dove si descriveva come “sciamano”. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze e prove che attestano il suo stato mentale instabile e l’atteggiamento inquieto nei confronti della psichiatra. La sua condotta aveva già condotto all’emissione di diverse misure di sicurezza e fogli di via nelle province limitrofe.

La questione delle misure di sicurezza precedenti

La storia di Seung è segnata da un’escalation di comportamenti aggressivi. Nel 2022 era stato arrestato per un attacco con spray urticante a un vigilante del tribunale di Lucca. La sua crescente radicalizzazione e le manifestazioni di violenza nei confronti di figure sanitarie hanno sollevato interrogativi sulla responsabilità delle istituzioni nella gestione di pazienti psichiatrici potenzialmente pericolosi. Le misure di protezione per i professionisti della salute mentale sono necessarie, dato che oggi più che mai la violenza contro tali figure è un problema di rilevanza sociale inaccettabile.