Esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan: nuova escalation dopo le dichiarazioni di Lai

Le recenti esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan, in risposta alle dichiarazioni del presidente taiwanese, intensificano le tensioni regionali e sollevano preoccupazioni internazionali per la stabilità.
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Le recenti esercitazioni militari della Cina intorno a Taiwan stanno attirando l’attenzione internazionale, riaffermando le tensioni già esistenti nella regione. Queste manovre, note con il nome in codice ‘Joint Sword-2024B‘, rappresentano la seconda serie di esercitazioni in meno di cinque mesi e sono state avviate in risposta a un discorso significativo tenuto dal presidente di Taiwan, Lai Ching-te, il giorno della Festa Nazionale. Mentre le manovre militari si svolgono, la diplomazia tra le due parti continua a deteriorarsi, segnando un periodo di crescente instabilità.

Nuova strategia militare cinese attorno a taiwan

Nelle ultime ore, la Cina ha avviato una serie di esercitazioni militari attorno a Taiwan, coinvolgendo forze aeree e navali in nove diverse aree intorno all’isola. Questa mobilitazione include l’intervento della portaerei Liaoning, la cui presenza nel canale di Bashi, strategicamente importantissimo, ha destato particolare preoccupazione a Taipei. Secondo quanto riportato dalle autorità taiwanesi, ben 125 velivoli cinesi sono stati identificati nel loro spazio aereo, un numero record per un singolo giorno di manovre. Tuttavia, il Wall Street Journal ha sottolineato un aspetto innovativo di queste esercitazioni: per la prima volta, la Cina ha dichiarato il dispiegamento della sua Guardia Costiera attorno a Taiwan, reiterando la sua posizione di “deterrente” contro le attività che Pechino considera separatistiche.

Le forze cinesi, secondo ufficiali militari, sono pronte a intervenire a richieste di emergenza per contrastare qualsiasi tentativo di indipendenza da parte di Taiwan. La posizione di Pechino è chiara: il ministero degli Esteri cinese ha affermato senza mezzi termini che “l’indipendenza di Taiwan e la pace nello Stretto sono incompatibili”. Inoltre, la diplomazia cinese ha accusato gli Stati Uniti di rompere l’equilibrio regionale fornendo armamenti a Taiwan e inviando messaggi che Pechino considera provocatori.

Le reazioni di taipei e di washington alle manovre cinesi

In risposta alle crescenti esercitazioni cinesi, il governo di Taipei ha espresso una condanna ferma, denunciando quelle che considera provocazioni ingiustificate e inaccettabili. Le autorità di Taiwan hanno confermato il dispiegamento di truppe con l’obiettivo di garantire libertà, democrazia e sovranità. Nel suo discorso, il presidente Lai ha evidenziato la necessità di mantenere la sicurezza e l’integrità dell’isola, affermando che il governo continuerà a combattere qualsiasi minaccia alla democrazia e alle libertà di Taiwan.

Anche Washington ha espresso preoccupazione per la situazione. Secondo il Dipartimento di Stato statunitense, la risposta militare della Cina alle dichiarazioni del presidente taiwanese è stata giudicata immotivata e potrebbe portare a una potenziale escalation. Gli Stati Uniti hanno ribadito il loro impegno per la sicurezza di Taiwan, agendo in conformità con il Taiwan Relations Act del 1979, che obbliga gli Stati Uniti a fornire assistenza militare all’isola. La situazione complessiva resta delicata e critica, con le autorità americane che esortano Pechino a una moderazione nel gestire le tensioni.

Il contesto geopolitico e storiche tensioni tra cina e taiwan

Le attuali esercitazioni militari cinesi nascono in un contesto di crescenti tensioni storiche tra Pechino e Taipei. Nel 2022, la Cina aveva già scatenato manovre militari massive in risposta alla visita dell’ex speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi a Taiwan, considerata una grave provocazione. La Cina accusa continuamente Taiwan di spingere verso un’indipendenza formale, qualcosa che Pechino considera inaccettabile, dato che considera l’isola parte del suo territorio.

William Lai, il presidente di Taiwan, ha assunto una posizione chiara al riguardo, affermando che la sua amministrazione non accetterà alcuna forma di annessione. Secondo esperti dell’Istituto di studi cinesi, queste manovre cinesi rappresentano una reazione diretta alle affermazioni del presidente taiwanese, il quale ha sottolineato l’importanza della sovranità di Taiwan. La tensione non si manifesta solo a livello militare, ma anche attraverso sanzioni cinesi contro enti e individui sostenitori dell’indipendenza di Taiwan, dimostrando come il conflitto si estenda oltre il solo aspetto bellico.

Chi è william lai e quali sono le sue posizioni

William Lai, attuale presidente di Taiwan, è un politico di lunga carriera che ha fatto la sua strada nel panorama politico taiwanese seguitando a consolidate linee di indipendenza. Eletto nel gennaio 2023, Lai ha sostituito Tsai Ing-wen alla presidenza e ha già ricoperto il ruolo di vice presidente dal 2020. Il suo governo è visto come una continuazione della politica del Partito progressista democratico, che ha storicamente sostenuto l’indipendenza di Taiwan.

Lai, con un background accademico in Medicina e studi a Harvard, ha anche ricoperto la carica di premier. Il suo discorso del 10 ottobre ha toccato temi cruciali per il futuro di Taiwan, come il mantenimento della sovranità e la lotta contro qualsiasi forma di annessione da parte della Cina. Le sue affermazioni, in particolar modo quelle circa l’assenza di subordinazione tra la Cina e Taiwan, sono state accolte con aspre critiche da Pechino. Con la sua dichiarazione di voler collaborare con la Cina per affrontare sfide globali, ha cercato di mantenere aperto un canale di dialogo, nonostante le elevate tensioni attuali.

La situazione attuale tra Cina e Taiwan rimane tesa e complessa, con continui sviluppi sia militari che diplomatici che caratterizzano la regione. Mentre le esercitazioni militari cinesi si intensificano, il mondo guarda con attenzione alle prossime mosse di entrambe le parti.