Israele e Libano: Netanyahu conferma la determinazione a vincere contro Hezbollah

Tensioni crescenti al confine tra Israele e Libano, con Netanyahu che chiede il ritiro delle forze UNIFIL, mentre l’Italia ribadisce il supporto alla missione di pace e la necessità di stabilità.
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L’attuale situazione al confine tra Israele e Libano è caratterizzata da intensi scontri tra le forze israeliane e Hezbollah, con il Premier israeliano Benjamin Netanyahu che riafferma la ferma volontà di “fare tutto il necessario per vincere la guerra”. Questa affermazione è stata rilasciata durante un incontro con le truppe della missione Unaffiliated Force in Lebanon , mentre Netanyahu chiede con insistenza all’Onu di ritirare le forze di pace, da lui definite “scudi umani” per le milizie di Hezbollah. Le tensioni sono cresciute ulteriormente a seguito degli incidenti che hanno visto coinvolti i peacekeeper dell’UNIFIL, generando preoccupazioni per la sicurezza e le violazioni del diritto internazionale.

Netanyahu chiede il ritiro delle forze UNIFIL

Nel corso di un incontro recentemente avvenuto, Netanyahu ha sollecitato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a ordinare “immediatamente” il ritiro delle forze UNIFIL. Secondo il premier israeliano, la presenza di questi caschi blu ha rappresentato un ostacolo alla sicurezza di Israele, consentendo a Hezbollah di utilizzare le proprie posizioni come protezione. Nonostante la chiamata di Netanyahu, da New York giunge chiara la risposta che la missione UNIFIL resterà nella sua attuale configurazione. Guterres, attraverso il suo portavoce, ha sottolineato la violazione del diritto internazionale da parte di qualsiasi attacco contro i peacekeeper, definendo tali azioni come potenziali crimini di guerra.

La posizione di Netanyahu rimane invariata: il primo ministro ha affermato che, dopo le atrocità del 7 ottobre, Israele non può permettere a “un’organizzazione terroristica genocida” di avvicinarsi ai propri confini. Sebbene lui stesso si sia detto rattristato per i danni causati dagli ultimi sviluppi, ha ribadito che la sua nazione farà ogni sforzo per ristabilire la sicurezza, pur affermando che sarà necessaria una risposta militare decisa.

Il dialogo con Meloni e l’impegno italiano per UNIFIL

Un elemento di importanza geopolitica è rappresentato dalla telefonata tra Netanyahu e la Presidentessa del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. La leader italiana ha espresso una posizione chiara e netta in merito alla sicurezza degli operatori UNIFIL, evidenziando l’inaccettabilità degli attacchi subiti dalle forze dell’Onu. Meloni ha confermato che l’Italia continuerà a supportare la missione in Libano e ha ribadito la necessità di applicare totalmente la risoluzione 1701, fondamentale per la stabilizzazione della regione e per garantire il ritorno degli sfollati.

Meloni ha altresì chiarito a Netanyahu che la missione dell’Onu non si ritirerà, rimanendo a protezione della stabilità al confine libanese-israeliano. Questo confronto tra i due leader evidenzia le sfide diplomatiche che la comunità internazionale si trova ad affrontare in un contesto di crescente tensione tra Israele e Hezbollah. Netanyahu ha fatto notare che la presenza di Hezbollah dietro l’operato dell’UNIFIL complica ulteriormente la situazione, asserendo che le forze israeliane hanno richiesto più volte modifiche nella distribuzione delle forze UNIFIL senza ottenere attenzione.

Le tensioni tra Israele e Onu

Le relazioni tra Israele e le Nazioni Unite si sono deteriorate ulteriormente in seguito alle dichiarazioni recenti. Fonti informate hanno fatto presente che la situazione non coinvolge direttamente Italia e Israele, quanto piuttosto una questione di fiducia tra Tel Aviv e l’Onu. Il primo ministro ha dichiarato di non voler dichiarare guerra all’UNIFIL, ma di necessitare di una “fascia di sicurezza” di alcuni chilometri per difendere il proprio territorio dagli attacchi di Hezbollah.

In questo contesto, si è registrato un incidente che ha coinvolto due carri armati Merkava israeliani in una base UNIFIL, con conseguenti ferimenti tra i peacekeeper. L’episodio ha nuovamente posto l’accento sull’errata gestione della sicurezza nella regione, dove anche le manovre delle forze israeliane vengono accusate di violazioni nei confronti delle missioni di pace. Le forze armate israeliane hanno descritto l’accaduto come un errore, dovuto a un attacco precedentemente subito da parte di Hezbollah, ma la tensione internazionale resta forte.

Le dichiarazioni di Crosetto sulla situazione attuale

Il Ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha amplificato i timori esprimendo una forte condanna per la “grave violazione” della sicurezza dei peacekeeper. Ha ordinato un contatto immediato tra i capi di stato maggiore per discutere la situazione e sottolineare l’importanza di evitare ulteriori conflitti. Crosetto ha ribadito che la collaborazione tra Italia e Israele è cruciale, mentre la comunità internazionale continua a monitorare la situazione con grande preoccupazione.

Le dichiarazioni ufficiali e gli eventi al confine tra Israele e Libano segnalano una fase di forte instabilità e di tensione crescente, che necessitano un’attenzione continua da parte dei leader internazionali. L’operato di Netanyahu e la risposta della comunità internazionale saranno cruciali per stabilire il futuro di una regione da tempo colpita da conflitti e confronti armati.