Stellantis sotto la lente: in arrivo riforme decisive per l’automotive italiano

La crisi di Stellantis solleva interrogativi su strategie e leadership, mentre il governo e i sindacati si mobilitano per sostenere l’industria automotive italiana in difficoltà.
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Il settore automotive italiano è nuovamente al centro dell’attenzione, con la crisi di Stellantis che solleva interrogativi su strategie e leadership. Il consiglio di amministrazione riunito a Detroit discute importanti decisioni relative al futuro dell’azienda e ai suoi vertici, mentre pullulano le mozioni politiche in risposta alla situazione critica.

Il consiglio di amministrazione di Stellantis a Detroit

In una giornata cruciale per Stellantis, il consiglio di amministrazione si è riunito a Detroit per fare il punto sulla situazione dell’azienda e sulla gestione dei suoi manager. Carlos Tavares, amministratore delegato del gruppo, è atteso a annunciare un piano di ristrutturazione importante, sebbene le voci sul suo futuro alla guida di Stellantis siano ancora incerte. Tavares, il cui mandato scade nel 2026, è sotto la lente d’ingrandimento degli analisti che si chiedono se il board supporterà le sue proposte innovative o se ci sarà un cambio di direzione. La crisi dell’auto, aggravata da bassi livelli produttivi, ha messo in crisi non solo Stellantis ma l’intero settore.

Le difficoltà della casa automobilistica si riflettono anche sulla produzione in Italia, soprattutto alla gigafactory di Termoli, dove le tempistiche del progetto, sostenuto da fondi del Pnrr, sono state rinviate. Questo contesto ha indotto una reazione anche in ambito politico, con le opposizioni che chiedono misure concrete per sostenere il settore.

Le mozioni politiche e le richieste di supporto

Mentre si avvicina l’audizione di Tavares in Parlamento, le forze politiche italiane si sono mobilitate con mozioni che mirano a ottenere un intervento diretto del governo a favore dell’industria automotive. Partiti di opposizione, tra cui il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, hanno unito le forze per sottolineare le carenze dell’esecutivo nell’affrontare questa crisi. In particolare, nella mozione è richiesta l’adozione di un pacchetto di iniziative volte a supportare l’intera filiera produttiva, oltre a un blocco delle delocalizzazioni e a un piano di assunzioni per un necessario cambio generazionale.

Non più tardi di qualche giorno fa, anche i partiti di maggioranza hanno presentato una mozione. In essa si chiede al governo di avanzare una proposta all’Unione Europea per rivedere le normative del Green Deal, cercando di promuovere altresì una transizione sostenibile della filiera italiana dell’automotive, non limitandosi esclusivamente all’elettrico.

Le relazioni con i sindacati e la protesta del 18 ottobre

In un contesto caratterizzato da tensioni, Carlos Tavares ha invitato i sindacati a un incontro per discutere della situazione di Stellantis e delle prospettive future. Tuttavia, le principali sigle sindacali – Fim, Fiom e Uilm – hanno deciso di attendere lo sciopero previsto per il 18 ottobre a Roma, definendolo un’opportunità per affrontare questioni più ampie legate al settore e non solo a Stellantis. L’incontro proposto dal manager è stato accolto, invece, da altri sindacati come Fismic Confsal, Uglm e Quadri.

Roberto Di Maulo, segretario generale di Fismic Confsal, ha chiarito che l’incontro non ha l’intento di fermare la protesta, sottolineando la necessità di un’azione coordinata per affrontare le sfide che il settore automobilistico sta attraversando.

Interventi del governo e nuove misure regionali

Da parte del governo, è stata esercitata la golden power sul processo di cessione della società Comau, specializzata in automazione industriale, da parte di Stellantis. L’esecutivo ha dato il via libera all’operazione, stabilendo però che l’impatto sull’occupazione dovrà essere positivo nel medio-lungo periodo. Ciò ha sollevato interrogativi su come queste cessioni possano influenzare il mercato del lavoro italiano nel settore dell’automotive.

Anche a livello regionale, la Regione Piemonte ha avviato una nuova misura con una dotazione di 10 milioni di euro, destinati a un’indennità di formazione per integrare il reddito dei lavoratori del settore automotive in cassa integrazione. I rappresentanti regionali hanno messo in evidenza l’importanza di questa iniziativa come possibile modello anche per altre industrie in crisi.

È evidente che il futuro di Stellantis e dell’intero settore automotive italiano dipenderà da un’attenta pianificazione strategica e da un settore politico coeso e proattivo, capace di affrontare le sfide del mercato in continua evoluzione.