Simone Borgese: condanna definitiva per violenza sessuale, la Cassazione conferma il carcere

Simone Borgese, già condannato per violenza sessuale, è stato nuovamente incarcerato dopo un’aggressione a una studentessa a Roma. La Cassazione conferma la pena, evidenziando la tolleranza zero verso i reati di genere.
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Simone Borgese, un uomo già noto alle forze dell’ordine per reati di violenza sessuale, è stato recentemente condannato a scontare nuovamente una pena detentiva. Il caso, emerso a giugno, coinvolge una studentessa a Roma, vittima di un’aggressione. La decisione della Corte di Cassazione ha reso definitivo il requisito del carcere, dopo che il Tribunale del Riesame aveva accolto l’appello della Procura. Questo articolo ripercorre le tappe significative della vicenda giudiziaria di Borgese, che ha un passato di condanne per abusi sessuali.

L’arresto di Borgese e le accuse di violenza

Il 39enne Simone Borgese è stato arrestato dalla polizia il mese scorso, accusato di un grave crimine: violenza sessuale aggravata ai danni di una giovane studentessa. Secondo quanto riportato dalla ricostruzione delle autorità, l’8 maggio 2023, Borgese ha avvicinato la vittima in via della Magliana, promettendo di aiutarla a trovare informazioni stradali. Una volta a bordo della sua auto, tuttavia, si è spostato in un’area isolata, dove ha compiuto l’aggressione. Dopo l’episodio, l’uomo ha riportato la ragazza nei pressi di Villa Bonelli. La giovane ha denunciato la violenza subita, attivando un’indagine che ha portato all’identificazione di Borgese.

La difesa di Borgese aveva chiesto una revisione della custodia con richiesta di arresti domiciliari, ma la Procura ha energicamente contestato tale decisione, portando infine il caso in Cassazione. Con la recente sentenza, la massima autorità giudiziaria ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato, confermando così quanto stabilito in precedenza dal Tribunale del Riesame, rendendo quindi esecutiva la misura carceraria.

I precedenti penali di Simone Borgese

La vita criminosa di Simone Borgese non è iniziata con l’episodio di maggio scorso. Il suo primo crimine risale all’8 maggio 2015, quando lui, in qualità di passeggero, ha abusato di una tassista di 43 anni. La donna, che lo aveva accolto nel suo taxi in via Aurelia, ha subito violenza e rapina nelle vicinanze di viale Pescina Gagliarda. Per questo crimine, Borgese è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere, scontando la pena fino al 10 novembre 2021.

In un episodio successivo, avvenuto nel 2014, Borgese è stato coinvolto in un’altra aggressione. Nel novembre 2022, è stato condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione per molestie sessuali ai danni di una 17enne, avvenute in un ascensore a Roma. Anche in questo caso, la ragazza non era riuscita inizialmente a fornire elementi utili per l’identificazione dell’aggressore, ma ha riconosciuto Borgese solo in seguito, durante le indagini relative all’attacco alla tassista.

Le implicazioni del caso e la risposta del sistema legale

La condanna di Borgese è solo uno dei tanti casi che pongono in evidenza le problematiche legate alla violenza di genere e alla sicurezza delle donne. Con la decisione della Cassazione, è emerso un chiaro messaggio del sistema legale riguardo alla tolleranza zero nei confronti degli aggressori. Le autorità stanno intensificando gli sforzi per garantire che le vittime di violenza, in particolare le donne, possano sentirsi al sicuro e affidarsi al proprio sistema giudiziario.

Il protrarsi dei crimini di Borgese ha sollevato interrogativi sulla capacità delle misure di sicurezza di proteggere le potenziali vittime da individui recidivi. La società civile e le organizzazioni dedicate alla tutela dei diritti delle donne seguono con attenzione gli sviluppi, auspicando un approccio più efficace nella prevenzione e nel trattamento di tali reati.

La recente sentenza non solo ribadisce l’importanza di un sistema giuridico reattivo, ma sottolinea anche la necessità di politiche di prevenzione e sensibilizzazione, per combattere un fenomeno che, purtroppo, continua a verificarsi in modo allarmante.