L’italia investe 3,64 miliardi per l’idrogeno, ma resta indietro rispetto a Germania e Francia

L’Italia investe 3,64 miliardi di euro nella transizione energetica attraverso l’idrogeno, ma resta indietro rispetto a Germania e Francia. Opportunità e sfide caratterizzano il settore in crescita.
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L’Italia si impegna a promuovere la transizione energetica attraverso un investimento significativo di 3,64 miliardi di euro pianificati nel Pnrr per sostenere lo sviluppo dell’idrogeno come fonte energetica. Tuttavia, i fondi stanziati appaiono insufficienti di fronte agli impegni presi da nazioni come Germania e Francia, rispettivamente vincolate a investimenti di 9 miliardi e 7 miliardi di euro entro il 2030. Questa situazione è emersa durante l’evento “Fueling Tomorrow,” in corso fino all’11 ottobre, organizzato da BolognaFiere Water&Energy e dall’associazione H2IT, che si concentra sulle nuove tendenze della trasformazione energetica.

Il contesto italiano dell’idrogeno: una filiera in espansione

In Italia, il panorama dell’idrogeno sta segnando significativi progressi; infatti sono già attivi oltre 50 progetti di “Hydrogen Valley” distribuiti in diverse regioni. Questi progetti rappresentano un passo cruciale per sfruttare l’idrogeno come vettore energetico sostenibile e per integrare questa tecnologia nell’attuale sistema energetico. Le aree della ricerca e dello sviluppo in questo ambito sono in forte crescita, favorendo anche collaborazioni tra le istituzioni e il settore privato. Nonostante l’ottimismo sul potenziale dell’idrogeno, gli investimenti effettuati dall’Italia si posizionano ancora al di sotto delle aspettative necessarie per colmare il divario rispetto ad altri paesi europei che stanno adottando politiche più aggressive in materia di idrogeno.

Un aspetto chiave per l’Italia è la sua posizione geografica, che la rende un hub strategico per la distribuzione dell’idrogeno. La pipeline SouthH2Corridor, che collegherà l’Africa all’Europa, rappresenta un’infrastruttura fondamentale che potrebbe agevolare l’importazione di idrogeno verde prodotto attraverso processi sostenibili e fornire alle industrie europee un accesso diretto a questa risorsa. Tali sviluppi sono considerati vitali per garantire la competitività dell’industria italiana nel mercato globale dell’idrogeno.

L’opinione degli esperti: dichiarazioni sul futuro dell’idrogeno

Cristina Maggi, direttrice di H2IT, ha sottolineato l’importanza del momento attuale per il settore dell’idrogeno in Italia e in Europa, affermando che “con i progetti già avviati e i fondi investiti dal Pnrr, il Paese ha l’opportunità di emergere come leader europeo in questo rinnovabile.” Tuttavia, ha anche messo in evidenza l’urgenza di continuare a investire in innovazione e infrastrutture, affermando che “per attuare una strategia efficace è fondamentale avere un quadro normativo chiaro e stabile.

Attualmente, H2IT è coinvolta in un tavolo di coordinamento sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con l’obiettivo di delineare una Strategia Nazionale sull’Idrogeno. Questo passaggio è ritenuto cruciale per definire il ruolo dell’idrogeno nell’ambito del sistema energetico italiano e per garantire una gestione coordinata delle risorse e degli investimenti.

Le opportunità e le sfide del settore idrogeno in Italia

L’industria dell’idrogeno in Italia è chiamata a fronteggiare un duplice binario di opportunità e sfide. Da un lato, l’implementazione delle tecnologie di idrogeno verde potrebbe non solo contribuire alla decarbonizzazione dell’economia italiana, ma anche creare posti di lavoro e favorire l’innovazione tecnologica. D’altro canto, la competizione internazionale e la necessità di un multiforme approccio normativo rappresentano delle barriere non trascurabili.

L’approccio dell’Italia allo sviluppo dell’idrogeno deve essere multidisciplinare e inclusivo, coinvolgendo attori pubblici e privati, industrie e università, così da garantire l’integrazione delle nuove tecnologie nel tessuto sociale ed economico. Investire in formazione e ricerca scientifica è altrettanto essenziale per preparare una forza lavoro adeguata e per stimolare ulteriormente l’ecosistema innovativo legato all’idrogeno. Un impegno che non deve limitarsi solo alla quantità di risorse finanziarie investite, ma che deve necessariamente includere la creazione di forti sinergie tra i vari settori industriali.

L’Italia, quindi, si trova in una fase cruciale nel percorso verso un futuro sostenibile grazie all’idrogeno; decisioni e azioni concrete saranno determinanti nel definire non solo il proprio destino energetico, ma anche il proprio ruolo nel contesto energetico europeo.