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Terza età: i 3 consigli per vivere al meglio dall’Istituto San Michele durante la “Settimana della Prevenzione”
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Terza età: i 3 consigli per vivere al meglio dall’Istituto San Michele durante la “Settimana della Prevenzione”

La solitudine rappresenta il principale nemico per le persone nella terza età. Secondo gli ultimi dati ISTAT, la speranza di vita in Italia è salita a 83,1 anni, con un incremento di 6 mesi rispetto agli anni precedenti. La regione con il tasso di longevità più alto è la Liguria, mentre la Campania registra il tasso più basso. Gli anziani che vivono in comunità tendono ad avere una memoria più attiva e soffrono meno di depressione rispetto a chi vive in casa con una badante. Nei piccoli centri, è più facile sviluppare rapporti sociali, migliorando la qualità della vita e contribuendo a una migliore salute psicofisica.


La settimana della prevenzione all’Istituto San Michele

Un esempio di come affrontare le sfide della terza età arriva dall’Istituto San Michele di Roma, dove si sta svolgendo la “Settimana della Prevenzione”. Fino al 4 ottobre, gli anziani possono partecipare a incontri con psicologi, andrologi, ginecologi e avvocati, per discutere su come promuovere un invecchiamento attivo e mantenere una salute ottimale. Questo evento rientra nello studio condotto da Road to Green e Consumerismo, che ha evidenziato quanto sia importante il contatto umano per il benessere degli anziani.

I consigli degli esperti per una vita attiva

Per vivere al meglio la terza età, gli esperti suggeriscono di mantenere contatti sociali e partecipare a attività di comunità. Stare con altre persone, condividere momenti e passioni aiuta a contrastare la solitudine. Un altro consiglio riguarda l’importanza di tenere il cervello attivo: giochi come le parole crociate, guardare un film o ascoltare musica sono tutte attività che stimolano la mente e aiutano a mantenere la memoria vivace.

La scienza del decadimento cognitivo

Tra i problemi più comuni nella terza età vi sono le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Test cognitivi come il Mini Mental Status Exam (MMSE) aiutano a identificare precocemente i segnali di un decadimento cognitivo lieve. Il Dott. Piero Petrini, psichiatra e neurologo, spiega che i disturbi cognitivi non sono esclusivi degli anziani, ma possono colpire anche persone giovani. In molti casi, il decadimento è legato a fattori genetici, e uno stile di vita sano non basta sempre a prevenirlo.

I tre consigli per vivere meglio nella terza età

  1. Stare con gli altri: i rapporti sociali sono essenziali per il benessere psicologico e fisico. Con l’aiuto degli altri si vive più a lungo.
  2. Tenersi attivi: mantenere il cervello allenato è fondamentale. Giocare a carte, guardare film, ascoltare musica e fare parole crociate aiuta a tenere la mente giovane.
  3. Bere acqua: mantenere il corpo idratato è importante. Inoltre, integrare vitamine come la B, C, D ed E contribuisce al benessere generale.

L’esperienza della signora Annamaria

Durante le giornate della prevenzione, abbiamo incontrato la signora Annamaria, residente dell’Istituto San Michele. A 89 anni, Annamaria mantiene la mente attiva grazie alle sue passioni per il cinema, le parole crociate e i giochi di carte. La sua ricetta per la longevità? Stare in compagnia e non isolarsi.

Attenzione ai social: un rischio per gli anziani

Un aspetto importante da considerare è l’uso dei social network nella terza età. Il Dott. Petrini mette in guardia contro l’uso eccessivo dei social, che può portare a un senso di isolamento. Inoltre, gli anziani sono più esposti a truffe online e fake news, rendendo necessaria una maggiore cautela nell’utilizzo di queste piattaforme.