Sono anni che i social sono entrati a piè pari nel mondo della ristorazione, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ne conseguono. Il fattore social non è più un “plus” ma un elemento essenziale per ogni attività . La comunicazione tradizionale, seppur ancora importante, al giorno d’oggi deve essere affiancata da canali moderni in grado di fornire nuove opportunità . La pubblicità di un tempo, legata principalmente alla televisione, alla radio o alla cartellonistica, non è più sufficiente per la promozione di un’attività . Infatti, la maggior parte dei ristoranti si affida ormai ad una comunicazione meno istituzionale e, in alcuni casi, più “realistica”.
In che senso più “realistica”? Le attività che utilizzano i social come strumento di promozione tramite video o foto, mostrano al pubblico non solo l’ambiente e i piatti, ma anche tutto il dietro le quinte della propria idea culinaria. Un racconto basato sulla veridicità , autenticità e originalità dei locali, scevro da reclame impersonali ed eccessivamente seriose.
Ma un contenuto social non può essere improvvisato, specialmente se si tratta di una promozione. Dai content creator ai video editor, dagli SMM ai grafici, il processo per un’adeguata realizzazione di un contenuto è complicato e dettagliato. Un iter che non sempre riesce a rappresentare al meglio l’anima di un ristorante.
Le “operazioni riuscite”
Un esempio di “operazione social riuscita” è il ristorante-pizzeria Mariuccia, situato all’angolo di Campo de’ Fiori. Una vera e propria esplosione social: da un piccolo ristorantino di cucina partenopea, Mariuccia è diventato un fenomeno social tanto da dare ai proprietari la possibilità di aprire un’altra attività sempre nei pressi, ovvero, Romoletto.
Ma una gestione social capillare deve essere necessariamente supportata da una proposta culinaria veritiera e improntata sull’originalità del prodotto offerto. Mariuccia, ad esempio, abbina la peculiarità dei prodotti partenopei ad una costante rivisitazione degli stessi. Ciò che viene veicolato tramite social, pertanto, vista la crescente richiesta, è corrisposto da un riscontro positivo della clientela.
Un’altra operazione riuscita, ad esempio, si è rivelata essere Romeow Cat Bistrot. Un luogo davvero unico dove poter degustare un’ottima cucina vegana attorniati da otto dolcissimi gatti provenienti dalla onlus “Luna di formaggio”, i veri padroni di casa. Anche in questo caso il profilo social è dettagliato, con contenuti di altissimo livello e che corrisponde altresì alla nomea e all’effettiva qualità del bistrot. Una gestione dei profili accurata, pertanto, è legata soprattutto ad una proposta realistica e comprovata dalla clientela, che in fin dei conti non è che il giudice ultimo di un progetto culinario.