Patronaggio: Depistaggio Borsellino – Il Mistero Inquietante Svelato

La strage di via D’Amelio e le indagini su Borsellino

Il Procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, è stato ascoltato oggi dalla Commissione nazionale antimafia per fare luce sulla strage di via D’Amelio e sulle indagini su Paolo Borsellino. Secondo Patronaggio, non è possibile escludere a priori che le intuizioni investigative di Borsellino potessero danneggiare l’imprenditoria e la finanza collusa con la mafia. Le sue qualità investigative e le informazioni in suo possesso erano ben note ai mafiosi, che potrebbero aver avuto moventi convergenti per organizzare la strage.

Depistaggi e interrogativi irrisolti

Patronaggio ha sollevato il problema dei depistaggi che hanno circondato la strage di via D’Amelio, sottolineando che apre interrogativi gravi e ancora irrisolti. In particolare, si chiede a vantaggio di chi siano stati operati tali depistaggi. Il Procuratore generale fa riferimento al Prefetto La Barbera, definito “metà poliziotto e metà agente segreto”, e agli ignoti responsabili della sparizione dell’agenda rossa di Borsellino. Secondo Patronaggio, è un mistero inquietante per la vita democratica del Paese stabilire chi e per quali motivi abbiano agito in questo modo.

L’agenda rossa e i rapporti tra Gardini/Ferruzzi e Cosa Nostra

Sull’agenda rossa di Borsellino, Patronaggio afferma di non sapere con certezza cosa ne sia stato. Tuttavia, conferma che l’ufficio di Borsellino fu sigillato subito dopo la strage e che i colleghi di Caltanissetta fecero un inventario delle sue carte. Non può escludere che l’agenda rossa fosse tra quelle carte, ma non ne ha la conferma. Il Procuratore generale sottolinea l’importanza di qualsiasi iniziativa volta a restituire la verità al Paese, purché avvenga con spirito laico e critico, senza pregiudizi politici o ideologici.

Patronaggio parla anche dei rapporti tra il gruppo Gardini/Ferruzzi e Cosa Nostra. Fa riferimento al legame tra Lorenzo Panzavolta e Buscemi Antonino, membro della famiglia mafiosa di Palermo-Bocca di Falco. Inoltre, menziona una pista investigativa che indicava come una parte della maxi tangente Enimont fosse finita nelle mani della corrente andreottiana tramite Salvo Lima. Infine, Patronaggio fa riferimento all’interesse economico dei Buscemi nel settore delle cave in Sicilia e a Massa Carrara, alcune delle quali già appartenenti al gruppo Ferruzzi.

In conclusione, le parole di Patronaggio gettano luce su alcuni aspetti delle indagini su Borsellino e sulla strage di via D’Amelio, ma molti interrogativi rimangono ancora senza risposta. La ricerca della verità è fondamentale per la vita democratica del Paese, ma deve essere condotta in modo imparziale e senza pregiudizi.

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