Il tribunale tedesco ha emesso un ordine di estradizione per Filippo Turetta, accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona nei confronti della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. La decisione sarà comunicata al Ministero della Giustizia, che a sua volta chiederà al Ministero dell’Interno di organizzare il trasferimento di Turetta in Italia.
Turetta ha acconsentito alla consegna in Italia
Filippo Turetta ha dato il suo consenso ad essere consegnato alle autorità italiane. Questa notizia è stata comunicata stamani all’avvocato italiano del giovane, Emanuele Compagno, da parte della polizia tedesca. Poiché Turetta ha accettato una procedura semplificata di consegna in Italia, non è più necessaria una decisione della Corte di Appello di Naumburg, che comunque ha confermato la sua detenzione in carcere in attesa del trasferimento alle autorità italiane, in base al mandato di arresto europeo. Queste informazioni sono state riportate in un comunicato del Tribunale superiore regionale.
I legali di Turetta considerano una perizia psichiatrica
I legali di Filippo Turetta non escludono la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica per il loro assistito. Secondo Emanuele Compagno, avvocato di Turetta, “una perizia psichiatrica può essere utile per capire cosa sia successo. È ancora troppo presto per pensarci, ma è ovvio che, se necessario, la faremo. È un aspetto che deve essere indagato perché fino ad ora nessuno aveva avuto sospetti su Filippo, che era descritto come un giovane dedicato allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri”.
Aumento delle richieste di aiuto al 1522 dopo il femminicidio di Giulia
Dopo il tragico femminicidio di Giulia Cecchettin, le richieste di aiuto al numero 1522 sono raddoppiate negli ultimi due giorni: dalle 200 telefonate quotidiane si è passati a 400, con picchi tra 450 e 500 se si considerano anche le richieste fatte tramite chat e app. Lo ha dichiarato Arianna Gentili, responsabile della help line violenza e stalking 1522, un servizio pubblico promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Oltre alle adolescenti, sono aumentate anche le richieste da parte dei genitori, in particolare delle madri, preoccupati per le loro figlie dopo il caso di Giulia Cecchettin.