Ovadia su attacco 7 ottobre: Implicazioni dell’oppressione dei palestinesi e il risultato dell’evento

L’antisemitismo e la strumentalizzazione dell’Olocausto

L’antisemitismo è un problema che esiste, ma diventa veramente pericoloso quando ottiene spazio politico. Questo è ciò che sostiene il noto scrittore ebreo Moni Ovadia, intervenuto oggi a Milano alla manifestazione “Ora la Pace – Palestina Libera” organizzata da Democrazia sovrana e popolare.

Ovadia, che è ebreo, esprime la sua preoccupazione riguardo alla strumentalizzazione dell’Olocausto per giustificare l’oppressione del popolo palestinese. Secondo lui, è terribile scaricare sul popolo palestinese la responsabilità dello sterminio di 6 milioni di ebrei, rom, sinti e altre vittime, avvenuto in Europa e non nei Paesi arabi. Questo atteggiamento, secondo Ovadia, è ripugnante e indica una mentalità colonialista.

L’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele è stato definito “terrificante ed efferato” da Ovadia, ma non può essere paragonato all’Olocausto. Nonostante sia inaccettabile uccidere civili indifesi, Ovadia sottolinea che questo è il risultato di un’oppressione che dura da oltre cinquant’anni. Inoltre, il fatto che le violenze perpetrate sul popolo palestinese non vengano mostrate nei telegiornali occidentali indica una doppia misura nell’informazione.

Tuttavia, dal 7 ottobre si è assistito a un ritorno dell’antisemitismo in Occidente. Ovadia sottolinea l’importanza di monitorare e, se necessario, sanzionare le manifestazioni antisemite, ma avverte anche di fare attenzione a non strumentalizzarle per minimizzare le sofferenze del popolo palestinese. È fondamentale distinguere tra graffiti con stelle di David sui muri e l’antisemitismo che diventa un vero pericolo e può portare a catastrofi, come è successo nella Germania nazista. Tuttavia, Ovadia rassicura che al momento non siamo di fronte a questa situazione.