Banche più solide, effetto Pnrr e costi dell’energia in calo: Moody’s migliora le prospettive dell’Italia
Moody’s, l’agenzia di rating americana, ha migliorato le prospettive dell’Italia da negative a stabili, evitando così un possibile declassamento del nostro Paese nella categoria degli investimenti speculativi. Il rating rimane invece invariato a Baa3.
Le ragioni di questa miglioria sono tre: le banche italiane sono diventate più solide, l’effetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sta dando impulso agli investimenti e i costi dell’energia sono in diminuzione.
L’outlook, ovvero il parere dell’agenzia sul possibile andamento del rating nel medio termine, è stabile, indicando una bassa probabilità di modifiche.
Secondo Moody’s, le prospettive economiche a breve termine dell’Italia sono sostenute dall’attuazione del PNRR e dai recenti miglioramenti nel settore bancario, che saranno ulteriormente sostenuti. Inoltre, i rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti grazie alle azioni politiche del governo che hanno diversificato le forniture e potenziato le infrastrutture energetiche italiane.
Le prospettive di crescita ciclica continueranno ad essere sostenute dalla realizzazione di investimenti nell’ambito del PNRR fino al 2026, anche se rimangono rischi nel caso in cui l’Italia non sfrutti al meglio le risorse del piano.
Il governo italiano ha presentato un piano di bilancio aggiornato per il 2023-26, con obiettivi di deficit più ampi rispetto al Programma di Stabilità dell’aprile 2023. Moody’s prevede un deficit pari al 4,4% del PIL nel 2024, con alcuni rischi legati alla riforma dell’imposta sul reddito.
Nonostante i disavanzi relativamente ampi, le prospettive di crescita ciclica riducono il rischio di un rapido deterioramento della solidità fiscale dell’Italia. Moody’s prevede una riduzione del debito nel 2023 grazie a una crescita nominale ancora forte e a una riduzione del deficit. Il rapporto debito/PIL sarà pari al 140,3% nel 2023, in calo rispetto al 141,7% del 2022 ma ancora superiore ai livelli pre-pandemia. Il debito rimarrà sostanzialmente stabile intorno a questo livello fino alla fine del decennio.
Va sottolineato che le previsioni di Moody’s non includono i proventi delle privatizzazioni, che potrebbero rappresentare una fonte di sovraperformance rispetto allo scenario di riferimento.