Stefano Mannucci, noto giornalista e critico musicale, presenta il suo ultimo lavoro, “Batti il Tempo”, un libro che si muove tra la sfera del saggio e quella del romanzo. Dopo i successi di “Il Suono del Secolo” e “L’Italia suonata”, Mannucci conclude idealmente la sua trilogia con un’analisi del rapporto tra musica e realtà contemporanea. Il titolo stesso del libro, “Batti il Tempo”, ha una doppia lettura: da un lato, rappresenta la percezione del ritmo e del senso dell’epoca per creare un suono unico; dall’altro, simboleggia la corsa più veloce della Storia stessa, che bracca soprattutto i giovani di ieri e di oggi.
Il libro si propone come una sorta di manuale per orientarsi in un’epoca vicina ma allo stesso tempo lontana, dedicato alla Generazione Z, nata nel Ventunesimo secolo. Questi ragazzi, cresciuti nell’era della tecnologia e della solitudine, sanno poco degli anni Sessanta e Settanta, vissuti dai loro genitori e nonni. Mannucci decide quindi di raccontare quel periodo attraverso aneddoti poco conosciuti, racconti divertenti e la sua voce narrante che accompagna il lettore in un viaggio nel passato, attraverso la lente colorata della musica.
Nelle pagine del libro, si susseguono i protagonisti di un’epoca ricca di eventi per l’arte musicale. Miles Davis affronta il dilagante razzismo degli anni Sessanta attraverso la sua storia d’amore con l’attrice francese Juliette Gréco. Bob Dylan e John Lennon si sfidano a colpi di genialità artistica. Johnny Cash, dopo essere stato giudicato “il figlio sbagliato” dal padre, si schiera dalla parte degli ultimi e prende una clamorosa posizione contro la guerra del Vietnam. La crescita politica di Martin Luther King si intreccia con la vita di Aretha Franklin, mentre le vicende di Malcom X ispirano il proto-rap. Beatles e Rolling Stones sono legati indissolubilmente ai movimenti pacifisti e alla Guerra Fredda. E ancora, David Bowie, Frank Zappa, Janis Joplin, Joni Mitchell e Johnny Cash. Questi artisti non sono solo delle star lontane dalla realtà, ma fanno parte integrante della storia che si sviluppa giorno dopo giorno, evento dopo evento.
Il libro si conclude con un dialogo immaginario e surreale tra le “ombre” del Rock River, i grandi defunti della musica come Cliff Burton, John Bonham e Sinead O’Connor, che conversano malinconicamente tra loro. Infine, un capitolo dal contenuto futuribile, ma non troppo: Elvis non è morto e con l’avvento di Internet, intelligenza artificiale e metaverso, la certezza della Storia viene cancellata. “Batti il Tempo” di Stefano Mannucci è un’opera che unisce la passione per la musica alla comprensione della società e della sua evoluzione nel corso del tempo.