Il femminicidio è un fenomeno che colpisce indistintamente donne di ogni età e provenienza sociale. La cultura maschilista e l’androcentrismo sembrano permeare ogni aspetto della società, con i giovani che spesso ne sono vittime. Emma D’Aquino, conduttrice di “Amore Criminale”, sottolinea l’importanza di intervenire a livello culturale, partendo dalla scuola e dalla famiglia.
Il programma, ideato da Matilde D’Errico e Maurizio Iannelli, è un vero e proprio servizio pubblico che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sui femminicidi e fornire linee guida per offrire aiuto alle vittime. La prima puntata si concentra sulla tragica storia di Aurelia Laurenti, uccisa a soli 32 anni in provincia di Pordenone.
Spesso, le relazioni iniziano con la speranza di trovare amore e protezione, ma quando le donne cercano di reagire e di porre fine a situazioni di violenza, gli uomini possono reagire con frasi minacciose come “tu non puoi stare senza di me”. Immersi in queste storie, emerge un senso di impotenza e la consapevolezza che spesso i segnali di una tragedia annunciata erano presenti da tempo. Sorge quindi la domanda se sia possibile fare di più, sia a livello istituzionale che familiare, per prevenire tali crimini.
Il femminicidio rappresenta una piaga sociale che richiede un impegno collettivo per essere contrastata. È necessario lavorare sulla cultura e sulle leggi che puniscono i colpevoli, ma anche educare le nuove generazioni al rispetto reciproco e alla parità di genere. Solo così si potrà sperare di porre fine a questa triste realtà.