La ‘ndrangheta e il suo potenziale elettorale
Se tutti i potenziali elettori del “partito della ‘ndrangheta” decidessero di vivere insieme, occuperebbero una città delle dimensioni di Palermo, Helsinki, Siviglia o Atene. Secondo Raffaele Rio, presidente dell’Istituto Demoskopika, se la ‘ndrangheta partecipasse alle elezioni politiche in Italia, otterrebbe circa 700.000 voti e eleggerebbe otto parlamentari.
L’influenza dei social media
Raffaele Rio sostiene che la politica “qualunquista” ha diffuso consapevolmente la sua “Oxypolitik” attraverso i social media come Facebook, Twitter, TikTok e Instagram. Questa politica ha sfruttato i social media perché sa che le persone hanno sempre più difficoltà a liberarsene, diventandone in qualche modo dipendenti. L’Oxypolitik è paragonato all’oppioide Oxycontin, che ha causato dipendenza e morte a causa di pratiche di marketing aggressive.
L’influenza della ‘ndrangheta
La ‘ndrangheta sostiene i candidati “appetibili” di tutti gli schieramenti politici attraverso i gruppi di condizionamento elettorale. Questi gruppi sono espressione delle oltre 400 ‘ndrine presenti in tutta Italia. In questo modo, la ‘ndrangheta condiziona la scelta dei rappresentanti istituzionali e ottiene un ruolo significativo nella gestione e nel controllo degli enti pubblici, nel consolidamento delle relazioni con i gruppi politici e con il sistema burocratico, nonché nell’accaparramento delle gare d’appalto.
Confronti internazionali
Un confronto sorprendente emerge dal tentativo di misurare la “forza elettorale” della ‘ndrangheta attraverso i gruppi di condizionamento. Il numero di voti ottenuti sarebbe simile a quelli ottenuti dai Repubblicani di Donald Trump nel Connecticut alle elezioni presidenziali del 2020, dai Democratici di Joe Biden nel Nevada e dalla somma del consenso ottenuto dall’Unione Cristiano Democratica (Cdu) e dal Partito Socialdemocratico (Spd) alle elezioni federali del 2021 nello stato di Brandeburgo, in Germania.