Gaza: Ospedale al-Shifa Senza Acqua ed Elettricità – Morti 2 Neonati

Ospedale al-Shifa di Gaza: assediato e privo di risorse durante il conflitto tra Israele e Hamas

L’ospedale al-Shifa di Gaza è al centro del conflitto tra Israele e Hamas, con il personale medico e i pazienti intrappolati all’interno della struttura. Secondo il ministero della Sanità della Striscia, l’ospedale è “completamente assediato” dai carri armati israeliani e manca di acqua, cibo ed elettricità. A causa dei blackout elettrici, purtroppo, sono morti due neonati prematuri.

Le forze israeliane (Idf) sostengono che l’ospedale “non è sotto assedio”, ma ci sono scontri con i “miliziani di Hamas” nel complesso che lo ospita. Tuttavia, i civili presenti nell’edificio possono lasciarlo in sicurezza. In un messaggio video in arabo, un ufficiale dell’esercito di Tel Aviv ha chiarito che la zona est dell’ospedale è aperta per chiunque voglia uscire dalla struttura e che le Idf sono in contatto con il direttore dell’ospedale.

Il direttore generale del ministero della Sanità di Gaza, Munir Al-Bursh, ha una versione diversa dei fatti. In un’intervista a Cnn, ha affermato che nel complesso dell’ospedale ci sono più di 100 corpi avvolti da lenzuola. Purtroppo, a causa dell’assedio delle forze di occupazione, non è possibile bruciarli e l’evacuazione dei feriti è impedita. Attualmente, i feriti vengono trasportati all’ospedale battista di al-Ahli, poiché l’accesso all’ospedale al-Shifa è ormai impossibile.

Morti due neonati prematuri a causa dei blackout elettrici

Medici per i Diritti Umani-Israele, un’organizzazione no-profit che si occupa del diritto alla salute in Israele e nei Territori palestinesi, ha denunciato la morte di due neonati prematuri a causa dei blackout elettrici. Il reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale al-Shifa è stato costretto a interrompere le sue attività a causa della mancanza di energia elettrica. Il gruppo ha segnalato che ci sono altri 37 bambini prematuri a rischio di vita. Una situazione drammatica che si aggiunge alle difficoltà già presenti nell’ospedale durante il conflitto.