Il sostituto procuratore generale di Caltanissetta, Gaetano Bono, ha espresso le sue perplessità riguardo alla separazione delle carriere dei magistrati proposta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. Bono ha apprezzato l’impegno del ministro nel voler preservare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ma ha sottolineato che il rischio di sottoposizione del pubblico ministero al potere esecutivo non è affatto scongiurato.
Bono ha inoltre criticato l’idea di giustificare la separazione delle carriere con la necessità di completare la riforma del codice di procedura penale del 1988. Secondo il magistrato, la riforma del 1988 non ha introdotto un sistema accusatorio, come affermato dal ministro, ma un sistema misto. Pertanto, se la separazione delle carriere venisse attuata mantenendo l’attuale procedura penale, si avrebbe un arretramento nella tutela giurisdizionale dei diritti, con conseguenze negative per i cittadini.
Bono ha sottolineato che la separazione delle carriere potrebbe rappresentare un’opportunità per modernizzare il sistema giustizia, ma solo se la magistratura rimanesse veramente indipendente e se fossero attuati ulteriori interventi, come la riduzione e la rimodulazione delle procure, l’incremento della specializzazione dei magistrati, la diminuzione dei procedimenti civili e penali, l’ammodernamento delle infrastrutture informatiche e la riduzione dei tempi dei processi.
Il sostituto procuratore generale ha recentemente pubblicato un saggio intitolato “Meglio separate”, in cui affronta proprio il tema della separazione delle carriere in magistratura. Nel libro, Bono mette in evidenza i rischi che potrebbero derivare da una separazione mal gestita e i vantaggi che potrebbero essere ottenuti se fosse realizzata nel rispetto di determinate condizioni.