Rinvio di 2 ore dell’interruzione delle cure per la piccola Indi Gregory

Un giudice britannico ha emesso una sentenza che stabilisce che il trattamento di supporto vitale della piccola Indi Gregory, affetta da una malattia mitocondriale, verrà interrotto. La decisione è stata presa dopo che i medici che la curano hanno dichiarato che non si può fare altro per lei. I genitori avevano chiesto che la bambina tornasse a casa, ma il giudice ha stabilito che il suo trattamento termini in un hospice o all’ospedale.

Il termine per il distacco dei supporti vitali è stato prorogato

Il termine per il distacco dei supporti vitali è stato prorogato di due ore, fino alle 17 italiane. I legali della famiglia Gregory hanno comunicato questa notizia, aggiungendo che stanno seguendo gli sviluppi della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia.

La bambina ha una malattia mitocondriale incurabile

Indi Gregory, che ha solo 8 mesi, soffre di una malattia mitocondriale incurabile. I medici che la curano hanno affermato che sarebbe “quasi impossibile” fornire cure palliative a domicilio. I genitori hanno cercato di ottenere il trasferimento della bambina all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ma la richiesta è stata respinta dal giudice.

Il giudice italiano emette un provvedimento di urgenza

Il console italiano a Manchester, in qualità di giudice tutelare, ha emesso un provvedimento di urgenza dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando il trasferimento della bambina a Roma. Il provvedimento è stato comunicato al direttore generale dell’ospedale britannico per favorire la collaborazione tra le autorità sanitarie dei due paesi.

Opinioni sul caso

Paolo Veronesi, commentando il caso della bambina, ha affermato che per le malattie incurabili è difficile decidere quando interrompere il trattamento. Ha sottolineato l’importanza di supportare i genitori durante questa difficile situazione e ha elogiato l’ospedale Bambino Gesù di Roma per aver accettato di prendersi cura di Indi. Ha anche sottolineato che per gli adulti è diverso, poiché hanno il diritto di autodeterminare la propria esistenza e decidere quando porre fine alla vita se le sofferenze diventano insopportabili.