Silvia Grillo, figlia di Beppe Grillo, svela il suo drammatico passato: “Ho pensato al suicidio”

Un racconto drammatico si è svolto in aula, durato oltre cinque ore e mezzo, in cui una giovane donna, chiamata ‘Silvia’ per proteggere la sua identità, ha raccontato tra lacrime e singhiozzi quanto sarebbe accaduto nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2019 nel residence di Beppe Grillo a Porto Cervo. Secondo la denuncia della giovane, si sarebbe consumata una violenza sessuale di gruppo, con Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S, e i suoi tre amici: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, imputati nel processo. La giovane ha anche rivelato di aver compiuto atti di autolesionismo e di avere avuto disturbi alimentari dopo il presunto stupro.

L’udienza è stata segnata dalla commozione e dalle interruzioni dovute ai pianti della ragazza. Ha raccontato le ore trascorse tra la mezzanotte del 6 luglio e il pomeriggio del 7 luglio, descrivendo come sia stata costretta a bere vodka da una bottiglia e successivamente stuprata dal gruppo. Ha descritto la sua paralisi e l’incapacità di urlare durante l’aggressione.

La testimonianza della ragazza è stata accompagnata da chat audio inviate all’amica, in cui ha affermato di aver baciato Ciro Grillo ma di considerare il sesso come un atto sacro che fa solo con chi ama. La denuncia è stata presentata nel luglio 2019 presso i Carabinieri della Stazione Porta Garibaldi, accompagnata dalla madre.

Durante l’udienza, i legali degli imputati hanno cercato di evitare la testimonianza in aula della ragazza, ma la richiesta è stata respinta. I difensori hanno sottolineato le contraddizioni tra il suo racconto e quello dell’amica e di altri testimoni. La deposizione della giovane proseguirà domani per il controesame dei legali degli imputati.