Zerocalcare analizza Lucca Comics e il conflitto Israele-Hamas: le parole del fumettista

Zerocalcare esprime nuovamente la sua decisione di non partecipare al Lucca Comics attraverso una serie di vignette pubblicate su Internazionale. Nonostante riconosca che parlare del Lucca Comics mentre a Gaza si verificano massacri sia grottesco, il fumettista sente la necessità di affrontare il tema. Zerocalcare utilizza i suoi disegni per ricostruire gli eventi, a partire dalla scoperta del patrocinio dell’ambasciata israeliana e i suoi dubbi. Ammette di essere in crisi e descrive la sua decisione di non partecipare, il comunicato sui social e le reazioni che ne sono seguite.

Nel suo scritto, Zerocalcare desidera chiarire alcune cose riguardo alle discussioni che circolano su internet. Essendo di Roma, considera il rastrellamento del ghetto il 16 ottobre 1943 come il momento più oscuro della sua città. Per lui, non si tratta solo di una ferita per gli ebrei, ma per l’intera Roma. Non si può permettere che ogni individuo si preoccupi solo della sua memoria personale, è necessario ricostruire una memoria collettiva.

Zerocalcare sottolinea che criticare le politiche e i crimini dello Stato israeliano non deve essere strumentalizzato come antisemitismo. Riconosce che durante la guerra si tende a semplificare le questioni, ma non si può accettare che chiedere la fine dei bombardamenti a Gaza significhi essere a favore dell’uccisione di civili israeliani o dei crescenti episodi di antisemitismo nel mondo. Per lui, questa semplificazione è inaccettabile, poiché la vita di ogni individuo ha lo stesso valore e la memoria collettiva deve essere ricostruita.

Zerocalcare afferma che l’odio per l’antisemitismo e il razzismo non dovrebbe significare ignorare i bombardamenti su Gaza. Non si possono chiudere gli occhi di fronte a questa situazione. Non esistono morti di serie A o di serie B. La coerenza per lui non significa giustificare i massacri dei civili palestinesi in risposta al fondamentalismo, ma riconoscere che i massacri subiti dai civili israeliani sono altrettanto atroci. Cambiare prospettiva e smettere di tifare per uno stato contro un altro è fondamentale. Bisogna concentrarsi sui popoli e sulla necessità di convivere come pari, invece di sostenere interessi commerciali o militari che spesso si discostano dagli ideali.

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