Collezionista di Tel Aviv all’Artissima: Un’esperienza infernale

L’arte come linguaggio universale: la testimonianza di una gallerista israeliana ad Artissima

Irit Sommer, gallerista di Tel Aviv, è presente ad Artissima, la fiera d’arte contemporanea di Torino, con uno stand che ospita 8 dipinti di 4 artisti israeliani da lei sostenuti. Nonostante il dolore per la situazione di guerra in Israele, Irit crede che l’arte sia un linguaggio che contiene la pace e che non può essere fermato. La gallerista, che ha una doppia galleria a Tel Aviv e a Zirugo, si trova all’Oval del Lingotto per incontrare giornalisti, collezionisti e appassionati. Nonostante la sua presenza fisica a Torino, Irit ammette che la sua anima è in un altro luogo, poiché è difficile elaborare mentalmente ciò che sta accadendo in Israele. Nel suo paese tutto è chiuso, compresa la sua galleria, e si cerca di capire la situazione attuale. Irit sostiene la causa palestinese e ha esposto le opere di un’artista palestinese, Nardeen Srouji, a luglio. Secondo la gallerista, l’arte ha una sensibilità e una narrazione degli eventi che la politica non possiede. Irit e molti altri si sono uniti per contrastare la politica di Netanyahu, ma ora tutto è fermo. Nonostante ciò, Irit è convinta che l’arte sia un mezzo per esprimere la propria sensibilità e per cercare la pace tra i popoli.

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