“Strade italiane pericolose per il ciclismo: Saronni preoccupato per il futuro degli azzurri”

Il rapporto tra il ciclismo e l’insicurezza stradale è un argomento sempre presente nelle discussioni, soprattutto tra gli ex ciclisti che hanno a cuore il mondo del ciclismo. Uno dei principali problemi riguarda le società giovanili, che mettono in sella i ragazzini: se i bambini non crescono facendo ciclismo, non avremo protagonisti e campioni vincenti in futuro. Purtroppo, ci sono molti problemi legati a questo sport. Uno di essi è rappresentato dal fatto che si pratica su strada e le strade stesse sono diventate molto pericolose.

Beppe Saronni, intervistato dall’Adnkronos in occasione della XXVI edizione dell’Eroica a Gaiole in Chianti, afferma che questo problema scoraggia le famiglie dal far pedalare i bambini e praticare il ciclismo. Al contrario, sport come il nuoto, il tennis o i campetti sono considerati più sicuri e le famiglie si sentono più tranquille. Questa è una grave difficoltà per il ciclismo italiano. Tuttavia, i giovani ciclisti provenienti dall’Europa orientale o settentrionale stanno crescendo e diventando i campioni che oggi tutti conosciamo, come Evenepoel, Roglic, van Aert, Pogacar, Vingegaard e molti altri. Secondo Saronni, la principale problematica sono le strade pericolose, ma c’è anche il fatto che il ciclismo è diventato difficile, faticoso e costoso in Italia. L’abbigliamento, le biciclette e le trasferte sono onerose.

All’estero, invece, ci sono vere e proprie piste ciclabili sicure, che permettono di muoversi in bici in tutta tranquillità. Questo è importante anche per la mobilità: bisogna puntare verso un mondo più ecologico e cosa c’è di più ecologico che spostarsi in bicicletta? Bisogna creare le condizioni e le infrastrutture necessarie per permettere alle persone di muoversi in bicicletta in sicurezza, non solo per gli atleti e i corridori, ma per chiunque desideri utilizzare questo mezzo di trasporto.

Oltre alle infrastrutture, occorre anche un cambiamento culturale. In altri paesi, questo cambiamento è già avvenuto e l’Italia deve fare altrettanto. La bicicletta è un mezzo di spostamento sano, che può ridurre l’inquinamento e la presenza di automobili sulle strade. Anche Saronni, che è un automobilista, ammette che ci sono molti guidatori indisciplinati. Se si è alla guida di un’auto, bisognerebbe essere più responsabili e pazienti. Riusciremo a farlo? “Forse la prossima generazione”, risponde l’ex campione.

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