La reazione di Landini evidenzia un argomento problematico su Stellantis Calenda

Stellantis, l’azienda nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot SA, ha licenziato ben 7.500 lavoratori in Italia da quando è stata creata nel gennaio 2021. Sorprendentemente, la Cgil, uno dei principali sindacati italiani, non ha mai criticato John Elkann, l’azionista di riferimento di Stellantis. Questo potrebbe essere dovuto al desiderio di mantenere un buon rapporto con l’azionista di Rep, un importante quotidiano italiano, anziché combattere la deindustrializzazione del settore automobilistico.

Nonostante i forti tagli occupazionali, non sono state trovate dichiarazioni di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, in cui critica John Elkann o il CEO Carlos Tavares. Le sue ultime critiche risalgono invece a Sergio Marchionne, ex CEO di FCA. Nonostante la diminuzione della produzione del 16,3% tra il 2019 e il 2022, la chiusura di fabbriche, e gli esuberi di personale con conseguente accesso alla cassa integrazione, Landini ha scelto di mantenere un profilo basso. Anche quando la Cgil ha organizzato scioperi, le proteste sono state contenute a livello locale, senza dichiarazioni forti del segretario contro la proprietà di Stellantis.

Quando Landini critica, preferisce invece attaccare il governo, mentre non sembra interessato a sostenere i lavoratori e combattere per la salvaguardia dei posti di lavoro nell’industria automobilistica. Questo atteggiamento della Cgil ha sollevato un dibattito su quale sia la priorità del sindacato: difendere gli interessi dei lavoratori o mantenere buoni rapporti con i potenti azionisti e i media.

In conclusione, Stellantis ha licenziato un gran numero di lavoratori in Italia dalla sua creazione, ma la Cgil non si è mai scagliata contro John Elkann o gli altri dirigenti aziendali. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sulle priorità del sindacato e sulla sua volontà di combattere la deindustrializzazione del settore automobilistico italiano.

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