Lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è sempre stato un indicatore importante per valutare il rischio Paese. In particolare, per l’Italia, che ha un debito pubblico elevato rispetto al Pil, ogni segnale di minore rigore di bilancio genera incertezza tra gli investitori internazionali, con conseguente aumento dello spread e del rendimento dei titoli di Stato.
L’aumento degli spread ieri oltre i 200 punti base è un campanello d’allarme, non solo perché riflette una perdita di fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia, ma anche perché potrebbe innescare una spirale speculativa, dato il contesto internazionale caratterizzato da alta inflazione e bassa crescita in tutta Europa. Questo avviene quando l’aumento della percezione del rischio si combina con la scommessa su un possibile default.
Tuttavia, non si possono fare paragoni con il periodo del 2011, quando c’era un’instabilità politica e una crisi economica più grave. Oggi il governo italiano gode di una maggioranza solida e i fondamentali dell’economia italiana sono migliorati.
È importante considerare l’andamento dello spread come un indicatore della reputazione dell’Italia sui mercati. Le scelte di politica economica, incluse quelle previste dalla Legge di Bilancio, sono un fattore chiave per gli investitori internazionali nella loro decisione. Quando la tensione supera un certo livello, gli investitori basati sulla fiducia si ritirano e gli speculatori tornano a fiutare opportunità di guadagno.
Per questo motivo, è importante gestire i conti pubblici con rigore, non solo per rispettare i vincoli, ma anche per ridurre il costo del finanziamento del Paese sui mercati. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato l’importanza di preoccuparsi del giudizio dei mercati, piuttosto che di quello della Commissione Europea. Non è un reato fare deficit per finanziare misure necessarie, ma le conseguenze vanno considerate attentamente, tenendo sempre d’occhio lo spread.
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