24enne di Cesena fermato dopo aver cercato di unirsi alla jihad in Siria e Iraq

La Polizia di Stato di Bologna ha fermato un ragazzo di 24 anni, cittadino italiano di origine tunisina, a Cesena il 20 settembre scorso. È accusato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, dopo aver aderito alle ideologie dell’estremismo islamico attraverso un percorso di radicalizzazione.

Il fermo è stato effettuato in seguito alle indagini condotte dalle Digos di Bologna e Forlì/Cesena, insieme alla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione del Dipartimento della Polizia di Stato. Il provvedimento è stato emesso dal Procuratore Distrettuale Giuseppe Amato e dal Pubblico Ministero Antonio Gustapane.

La condotta di “arruolamento passivo” è definita dall’articolo 270 quater, comma 2 del Codice Penale. La Corte di Cassazione, in una sentenza del 2019, ha specificato che non è necessaria la prova di un “serio accordo” con l’associazione, ma è sufficiente dimostrare la completa disponibilità del sospetto terrorista ad adempiere a tutte le azioni necessarie per raggiungere gli scopi eversivi propugnati dall’associazione.

È importante sottolineare che la condotta di arruolamento è distintiva per la sua natura “individuale”, che la differenzia nettamente dalla partecipazione all’associazione. La partecipazione richiede invece un contatto operativo, anche flessibile, ma concreto tra l’individuo e l’organizzazione, dimostrando la consapevolezza dell’adesione da parte dell’agente.

In altre parole, per evitare di sovrapporre l’arruolamento alla partecipazione all’associazione, non è necessario un “serio accordo” tra l’arruolato e l’organizzazione. È sufficiente che il neo-arruolato si metta a disposizione senza condizioni per commettere atti terroristici. Questo è stato adeguatamente motivato nel caso in questione, attraverso l’analisi di varie prove, tra cui il viaggio in Siria, le conversazioni intercettate in cui l’imputato non negava un secondo viaggio in Siria per unirsi alle milizie terroristiche e il rinvenimento di materiale telematico riconducibile alla propaganda jihadista.

La Polizia di Stato ha quindi operato l’arresto in base a queste informazioni e allegazioni, mantenendo la sicurezza della comunità e contrastando il pericolo del terrorismo internazionale.


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